16 Febbraio 2018 3 min di lettura
Tutto quello che c’è da sapere su come produciamo e importiamo energia. l’Italia ha già superato l'obiettivo 2020 per il consumo di energie rinnovabili
16 Febbraio 2018 3 min di lettura
Chissà se davvero il petrolio, ‘re’ indiscusso delle fonti di energie, ha i giorni contati. Per vederlo abdicare ci vorranno decenni. Secondo le ultime previsioni, in un futuro scenario energetico – tra vent’anni – la richiesta di energia non solo dovrebbe crescere meno del 10% ma la quota riservata al petrolio dovrebbe scendere addirittura dal 31 al 22% e quella delle rinnovabili raddoppiare sopra il 30%.
Nel 2016 l’Italia ha prodotto l’88,2% di energia elettrica (+2,5% sul 2015), secondo gli ultimi dati diffusi da Terna, la società che gestisce la rete elettrica italiana. Il resto, l’11,8%, lo importiamo soprattutto da Svizzera, Slovenia, Austria e Francia. Nel nostro Paese abbiamo prodotto 277,2 Terawattora (TWh) rispetto a un fabbisogno di energia elettrica 2016 pari a 314,3 TWh. Più in generale, nel 2016 la produzione nazionale di fonti energetiche è diminuita del 4,1% rispetto allo scorso anno passando da 42,095 a 40,350 Mtep (Mega tonnellata equivalente di petrolio) mentre le importazioni nette di energia sono stabili assestandosi intorno ai 128 Mtep. Dipendiamo ancora tanto, troppo, dall’estero per quanto riguarda le importazioni di gas naturale (+6,7%) e petrolio (+0,35%).
In ogni caso, la composizione percentuale delle fonti energetiche impiegate per la copertura della domanda nel 2016 è stata caratterizzata, rispetto al 2015, dalla lieve flessione del petrolio (dal 34,6% al 34,2%) dei combustibili solidi (dal 7,7% al 7%), dalla diminuzione del saldo netto dell’energia elettrica importata (dal 6% al 4,8%, dall’aumento di quella del gas (dal 32,6% al 34,3) seguito da un lieve aumento del consumo delle fonti rinnovabili che passa dal 19,2% al 19,6%.
Consumiamo sempre più gas naturale e dipendiamo sempre più dall’estero. Il 2016 ha visto un consumo pari a 70,9 miliardi di metri cubi, circa 3,4 miliardi in più (+5%) rispetto ai 67,5 miliardi del 2015. Pesa l’andamento dei consumi nel settore industriale e termoelettrico che insieme crescono di circa 3,4 miliardi metri cubi rispetto al 2015. In particolare, la domanda di gas naturale è stata coperta per l’8% dalla produzione nazionale e per il 92% con il ricorso all’importazione.
La buona notizia è che nel 2016 abbiamo consumato meno petrolio: il consumo interno lordo ha segnato -1,5% rispetto all’anno precedente, complice la crisi nel termoelettrico e del calo dei consumi dei carburanti (soprattutto benzina). Anche in questo caso è forte la dipendenza dall’estero: al fabbisogno complessivo la produzione nazionale ha contribuito per circa il 6,5% mentre le importazioni nette hanno soddisfatto oltre il 90% della domanda. Greggio, semilavorati e prodotti petroliferi provengono principalmente dall’Asia e, a seguire, America e Medio Oriente.
2014-2016: prosegue il trend positivo delle fonti energetiche rinnovabili che rivestono un ruolo ormai preponderante nel sistema energetico nazionale. Fonti che trovano un impiego diffuso per la produzione di energia elettrica, per quella di calore e come biocarburanti nel settore dei trasporti. Tra le varie tipologie, la fonte idraulica, pur restando quella maggiormente utilizzata tra le rinnovabili (39%), mostra un significativo calo nella produzione rispetto all’anno precedente (-10%). Idem per la fonte solare (-2,6%). Al contrario, la produzione da fonte eolica nel 2016 è aumentata di circa 2 Terawattora (+12%). Per quanto riguarda l’energia termica, la fonte rinnovabile di gran lunga più importante è costituita, anche nel 2016, dalle bioenergie e, in particolare, dalle biomasse solide consumate per il riscaldamento nel residenziale (legna da ardere, pellet).
Un’altra buona notizia è sicuramente il fatto che l’Italia abbia già superato l’obiettivo 2020 per il consumo di energie rinnovabili. Secondo i dati pubblicati da Eurostat il 25 gennaio scorso, 11 Stati membri dell’Unione Europea hanno già superato l’obiettivo rinnovabili 2020: l’Italia è al nono posto davanti a Svezia, Finlandia, Danimarca, Estonia, Croazia, Lituania, Romania, Bulgaria. Abbiamo dunque superato la media europea del 17%, anche se di poco: nel 2016, il 17,4% dell’energia consumata dal Belpaese proveniva da energia pulita.
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