La compensazione delle emissioni: di cosa si tratta e a cosa serve?

L’ultimo tra gli step delle aziende che seguono la via della sostenibilità

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“Le aziende si devono muovere sulla tracciabilità e sugli aspetti tecnologici”. Intervista a Claudia Ravera, Sustainability Manager di NWG

NWG Italia nasce vent’anni fa ed è da sempre orientata sulle energie rinnovabili, con un core business incentrato sulle installazioni di impianti fotovoltaici di piccola taglia, ed un un focus 95% sui clienti domestici.  Un’azienda orientata alla transizione ecologica ancora prima che questo termine fosse coniato dall’Ue e premiato dalle politiche e dai piani di sviluppo del PNRR.

Claudia Ravera, Sustainability Manager di NWG, spiega come NWG Italia e NWG Energia, due società benefit aventi la stessa proprietà si occupano di compensare le emissioni, quali strategia seguono e l’importanza per le aziende, oggi più che mai, di rivedere il loro modello di business, sempre più incentrato sulla sostenibilità.

Cosa è la compensazione delle emissioni e a cosa serve?

Attualmente NWG Italia ha installato oltre 30mila impianti di piccola taglia su tutto il territorio italiano. Parliamo di circa 15mila tonnellate equivalenti di C02, dove il 72% dipende sostanzialmente dalla parte upstream di produzione dei propri impianti, poi installati per il cliente finale.

Dal 2019, sia NWG Italia che NWG Energia, aderiscono al programma Race to Zero delle Nazioni Unite, insieme ad altre 499 BCorp, un programma per un percorso di riduzione delle emissioni al 2030.  L’adesione a tale programma dà anche un forte impulso già dal 2019 nella rendicontazione delle emissioni legate alla catena del valore.

Quello che stiamo portando avanti con NWG Italia è la partecipazione ad un tavolo di lavoro europeo. Il piano di riduzione che abbiamo presentato Science Based Target initiative (SBTi) a dicembre, in accordo con il programma Race to Zero, porterà al 90% di riduzione delle emissioni più il 10% di compensazione.

Per NWG Energia parliamo di  1300 tonnellate, quindi veramente poche, per 100mila clienti in fornitura. Non siamo mai entrati nel mercato del gas, ma siamo rimasti in quello dell’energia con 100% di clienti coperti da garanzia di origine, quindi esclusivamente da fonti rinnovabili.

Come si tracciano e monitorano le compesazioni?

NWG Italia viene monitorata attraverso  il presidio di tavoli di lavoro. Facciamo parte di ESIA (European Solar Industry Alliance), un’alleanza tra Commissione Europea e l’industria del fotovoltaico, dove siamo stati coinvolti come azienda che opera nella fase downstream di commercializzazione.

Far parte di questa alleanza consente di dare delle linee guida e portare la nostra esperienza, cercando di lavorare su possibilità di riportare in Europa parte della produzione. Di fatto il 95% della produzione di celle fotovoltaiche, che ha il maggior impatto nei moduli dei nostri impianti, proviene dal mercato cinese. All’interno dell’alleanza stiamo lavorano per creare parallelamente dei position paper per monitorare e tracciare la filiera, e sul reshoring, per riportare in Europa parte della produzione. Un percorso complesso, ma che tentiamo di velocizzare grazie a questi tavoli di lavoro e alla nostra presenza nell’alleanza.

Su NWG Energia è più semplice perchè siamo fornitori di energia da fonti rinnovabili, quindi, non facciamo installazioni di impianti. L’obiettivo è quello di integrarsi in upstream nella filiera, andando anche a diventare dei produttori  di garanzie di origine. Nel modello IRO (Impatto Rischi e Opportunità) gli impatti a cui siamo soggetti possono essere legati anche alla volatilità dei prezzi dell’energia, legati ancora purtroppo al mercato del gas, oltre ai risvolti geopolitici a livello europeo.

Perché oggi le aziende dovrebbero inserire questo step nel loro percorso verso la sostenibilità?

Sta arrivando una direttiva molto importante, la Green Claims Directive, per cui la compensazione non è la soluzione. La riduzione delle emissioni si farà con la circolarità, con ridurre la lunghezza della filiera cercando di incidere sugli impatti che sono fondamentali da rendicontare perchè consentono di capire come le aziende devono muoversi a livello di strategia e piani di azione, così come richiesto dalla nuova direttiva

Le aziende, se vogliono continuare ad operare nel mercato, devono ridurre i loro impatti, come chiede l’Europa. Per rimanere all’interno del mercato devono tracciare le attività sostenibili dove un domani ci saranno dei finanziamenti, quindi, ripensare quanto prima il loro modello di business.

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