
L’Italia è solo settima in Europa, ma sale sul podio se si considera l’incidenza delle imposte sul prezzo finale dell’energia elettrica
Se siete danesi occhio agli interruttori e agli elettrodomestici: è in questo paese del Nord Europa, infatti, che l’energia elettrica costa di più tra tutti i paesi del Vecchio Continente.
Lo dice Eurostat in base ai dati raccolti per il primo semestre del 2018: in Danimarca l’energia elettrica costa 31,26€/100 kWh, in Germania 29,5€, in Belgio 27,33€, in Spagna 23,83€, in Irlanda 23,69€ e in Portogallo 22,46€. Solo al settimo posto arriva l’Italia, dove 100 kWh costano 20,67 euro, poco meno rispetto a dodici mesi fa, quando il prezzo era di 21,32 euro. I paesi dove l’energia elettrica costa di meno sono Bulgaria (9,79€), Lituania (10,97€) e Ungheria (11,23€).
E’ però curioso vedere che l’Italia sale sul podio se si considera la composizione del prezzo di 100 chilowattora di energia elettrica: per imposizione fiscale il nostro paese è al terzo posto nell’Ue. Scomponendo la spesa, il costo elettrico in Italia al netto delle imposte è stato di 0,12 euro, con i balzelli di vario tipo (Iva e affini) che pesano per il 40% delle tariffe imposte alle famiglie. Ma non è il caso di lamentarsi: in Danimarca si paga più di tasse che di elettricità(0,10 euro per 100 kwh ai quali vanno sommate 0,21 euro di tasse). Il carico delle imposte in Germania tocca quota 55% e in Portogallo il 54,5%.
Pare però che ci aspettino buone notizie: il 2019 dovrebbe portare bollette più leggere. Dopo il blocco degli oneri elettrici applicato da ARERA (l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente) nel secondo semestre 2018, la loro piena riattivazione consente per il 2019 di riportarli in equilibrio, senza alcun aumento per il prossimo trimestre della spesa per l’energia elettrica, in riduzione del -0,08% per la famiglia tipo.
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