
A partire dal 2027, all’interno dell’UE verrà implementato il meccanismo di scambio delle emissioni che estenderà il sistema di costi sulle emissioni di gas serra ai settori degli edifici e del trasporto stradale. Ecco in cosa consiste l’ETS2.
L’EU ETS è il più grande mercato del carbonio al mondo istituito nel 2005 e basato sul principio del “cap-and-trade”. Fissato un tetto massimo alle emissioni di CO₂ per determinati settori industriali, le imprese ricevono “permessi di emissione” che non devono superare. Chi emette meno può vendere le proprie quote in eccesso, mentre chi supera il “tetto” assegnato deve comprarle o affrontare sanzioni.
Questo principio presto entrerà in vigore anche per le attività quotidiane di famiglie e piccole imprese, ovvero, ogni chilometro percorso in auto o kWh consumato potrà costare di più, perché soggetto a permessi per inquinare.
Con l’arrivo dell’ETS2 nel 2027, secondo sistema europeo di scambio delle emissioni, l’Unione europea introdurrà un tetto alle emissioni (cap) e obbligherà chi consuma carburante o energia a comprare permessi (trade). Questa riforma fa parte del pacchetto climatico “Fit for 55“, che punta a ridurre del 55% le emissioni nette dell’UE entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Dal 2024, il sistema ETS UE è stato esteso al trasporto marittimo, includendo le navi da 5.000 tonnellate, mentre dal 2025 è esteso agli edifici, al trasporto stradale e ad altri settori industriali tramite il sistema ETS 2.
Nel report “La normativa EU ETS 2 e le sue conseguenze attese in Italia” commissionato da Kyoto Club e Legambiente nell’ambito della campagna “#perunsaltodiclasse” e realizzato da Simone Borghesi, presidente Associazione Europea degli Economisti Ambientali e Jacopo Cammeo, ricercatore Florence School of Regulation (Istituto Universitario Europeo), vengono analizzate le conseguenze dell’ETS 2 sui bilanci delle famiglie italiane.
Il report evidenzia come questo meccanismo possa avere impatti sociali significativi in quanto, i maggiori costi sostenuti da chi fornisce carburanti e energia, finiranno per ricadere sui consumatori finali. L’impatto del nuovo sistema ETS2 varierà molto a seconda del reddito medio, delle condizioni delle abitazioni, della dipendenza dall’auto privata, ma anche della Regione in cui si vive. Le simulazioni indicano che gli effetti saranno più pesanti per le famiglie con meno risorse e che vivono in case poco efficienti dal punto di vista energetico. Ma anche che per mitigare tali effetti servono misure di compensazione strutturali e lungimiranti.
“La transizione ecologica non può essere un processo per pochi e subito dalle famiglie vulnerabili — dichiarano Giacomo Pellini e Katiuscia Eroe, rispettivamente responsabile comunicazione di Kyoto Club e responsabile energia di Legambiente —. Il rischio è quello di creare nuove disuguaglianze, dove chi ha meno risorse resta intrappolato in un sistema che lo penalizza e legato a fonti e tecnologie energivore, mentre solo chi può permetterselo accede ai benefici della decarbonizzazione”.
Per evitare, quindi, che la transizione ecologica si trasformi in un ulteriore fattore di disuguaglianza, l’Unione europea ha istituito il Social Climate Fund, Piano Sociale per il Clima (PSC), destinato a sostenere i cittadini più vulnerabili. 7 miliardi di euro assegnati all’Italia per attuare misure di compensazione, come bonus energetici, incentivi alla mobilità sostenibile e interventi sull’efficienza degli edifici.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha annunciato di aver completato la revisione del Piano Sociale per il Clima. Ora la proposta è pronta per essere trasmessa alla Commissione UE.
Il PSC è un documento strategico sulle misure che il Governo italiano intende adottare per mitigare l’impatto socio-economico dell’adozione del nuovo sistema di scambio di quote di emissione (ETS2) per gli edifici e il trasporto su strada. Il documento strategico prevede 9,3 miliardi di euro di sostegni che dovrebbero servire ad accompagnare famiglie e imprese nella transizione ecologica. Lo scopo è garantire la piena operatività dal 2026 e fino al 2032.
“La transizione ecologica non può lasciare indietro nessuno. Con questo Piano lo dimostriamo nei fatti, investendo risorse senza precedenti per aiutare famiglie e imprese a reggere l’impatto dei cambiamenti e cogliere le opportunità di un’Italia più moderna, giusta e sostenibile. – afferma commentato il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto – Questo Piano è frutto di un confronto rigoroso e trasparente con amministrazioni, territori, parti sociali e stakeholder. un tassello fondamentale della strategia italiana per una transizione verde giusta, che tenga insieme crescita economica, tutela ambientale e coesione sociale”.
Agisci per l’ambiente di oggi e di domani, con la tessera anter.
Iscriviti
Continua con