Europa, un futuro 100% di energie rinnovabili è possibile

Sei Paesi hanno inviato una lettera alla Commissione Europea per proporre uno scenario basato sul 100% di energia rinnovabile entro il 2050. E uno studio dimostra che è possibile.

Un’Europa proiettata verso il 100% di energia rinnovabile. È questo l’ambizioso scenario delineato e proposto con una lettera congiunta da Austria, Danimarca, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Spagna alla Commissione Europea.

I sei Paesi hanno voluto così chiedere all’UE di includere nelle proiezioni climatiche a lungo termine anche questo scenario, dando così nuovi stimoli alla politica energetica europea.

La proposta andrebbe quindi ad aggiungersi agli otto scenari energetici per il 2050, già delineati dalla Commissione Europea nel novembre 2018. Si tratta di percorsi alternativi tracciati con il comune obiettivo di raggiungere la neutralità climatica auspicata con l’Accordo di Parigi.

A sostegno della richiesta dei sei Paesi arriva ora anche il  rapporto, 100% Europa rinnovabile: come rendere il sistema energetico dell’Europa neutrale dal punto di vista climatico prima del 2050, redatto da SolarPower Europe e dalla LUT University.

Questo rivoluzionario rapporto è stato lanciato nel corso di un webinar disponibile su YouTube che mostra con proiezioni e grafici di questo possibile percorso verso un’Europa ad energia 100% rinnovabile entro il 2050.

 

 

Cosa chiedono i sei Paesi nella lettera indirizzata all’UE

Per tagliare il famoso traguardo delle cosiddette “emissioni zero” entro la metà del secolo, i sei Paesi firmatari della lettera hanno voluto aggiungere un ulteriore scenario a quelli già ipotizzati: quello basato sull’utilizzo esclusivo di energie rinnovabili.

Un’esigenza sorta in risposta all’evolversi implacabile dell’emergenza climatica dovuta al riscaldamento globale, e alla richiesta gridata nelle piazze di tutta Europa e del mondo da milioni di giovani, con le loro marce per il clima.

I gravi rischi dei cambiamenti climatici sono al centro delle preoccupazioni dei cittadini”, si legge nella lettera. “In qualità di leader, abbiamo la responsabilità di ascoltare le nuove generazioni”.

 

E intanto la nuova legge sul clima fa discutere

La proposta dei sei Paesi fa seguito alla legge sul clima,  annunciata a inizio marzo dalla Commissione Europea, che ha reso giuridicamente vincolante l’obiettivo della neutralità climatica nel 2050 per tutti i 27 Stati membri del blocco.

Stiamo agendo oggi per rendere l’UE il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050”, ha commentato il presidente Ursula von der Leyen. “La legge sul clima è la traduzione legale del nostro impegno politico e ci pone irreversibilmente sulla strada verso un futuro più sostenibile. È il cuore del Green Deal europeo. Offre prevedibilità e trasparenza per l’industria e gli investitori europei. Essa orienta la nostra strategia di crescita verde e garantisce che la transizione sia graduale ed equa.

La nuova legge, che non si tradurrà in vincoli nazionali, ma che invita Istituzioni comunitarie e Stati membri ad adottare le misure necessarie per raggiungere l’obiettivo collettivamente, ha però suscitato qualche perplessità ed è stata definita addirittura una “delusione” da parte del ministro del Lussemburgo Claude Turmes (tra i firmatari della lettera).

Al di là dei propositi condivisi, a non convincere sarebbero due punti in particolare: l’assenza di un organismo scientifico indipendente, istituito per valutare e dirigere i governi in questa nuova sfida climatica, e la mancanza di un nuovo obiettivo esplicito di taglio di emissioni di gas a effetto serra per il 2030. Quest’ultimo, ora fissato al 40% dal quadro 2030 per il clima e l’energia, dovrebbe infatti essere innalzato al 50-55%, secondo quanto proposto dal Green Deal europeo.

Intanto la commissione dovrà prendere in considerazione lo scenario proposto dai sei Paesi firmatari della lettera, come sottolineato dal ministro Turmes: “Il minimo che la Commissione può fare è modellare uno scenario  che includa il 100% di energia rinnovabile per l’Europa nel 2050 in modo da poter confrontare le diverse opzioni disponibili in modo trasparente”.

 

Alice Zampa

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