Geotermia nei Decreti Ministeriali FER 1 e FER 2

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Il Decreto Ministeriale FER 1, preposto a regolare gli incentivi per le energie rinnovabili, ha suscitato numerose contestazioni, nonostante le rassicurazioni del Governo.

Le inquietudini di produttori, associazioni di categoria e governi regionali erano prevalentemente attinenti al veder cancellare gli incentivi alla geotermia convenzionale, una delle due principali fonti di energia rinnovabile atte a coprire il consumo interno lordo italiano. Le perplessità espresse erano relative sia alle implicazioni energetiche che alle loro conseguenze economiche. Una regione come la Toscana, in cui la risorsa geotermica è sfruttata da anni, ricoprendo circa il 30% del fabbisogno energetico del proprio territorio, è esposta in prima linea.

 

I numeri della geotermia e le perplessità sollevate dal Decreto Ministeriale FER 1

 

In Toscana, la cancellazione degli incentivi potrebbe causare una notevole destabilizzazione economica, dal momento che ben 17 comuni della regione sviluppano attività connesse alla geotermia, una risorsa che garantisce l’impiego di 3000 lavoratori, a cui si aggiungono 7.000 posti di lavoro indiretti con l’indotto. Gli investimenti dei produttori sono stimati intorno ai 300 milioni di euro l’anno.

 

L’Unione Geotermica Italiana (UGI) e lo European Geothermal Energy Council (EGEC) hanno evidenziato le implicazioni negative dal punto di vista economico-ambientale. Secondo loro, non tutelare gli interessi dell’area geotermica italiana andrebbe ad incrementare l’importazione di energia fossile. Inoltre, il decreto FER 1, secondo Philippe Dumas, segretario generale dell’EGEC, avrebbe violato i principi concordati tra governi europei in merito alla revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili, che pone il veto riguardo ad eventuali modifiche retroattive agli schemi di supporto relativi alle energie rinnovabili.

 

Le perplessità in merito alla ratio del decreto sono state infine ribadite da Alexander Richter, presidente dell’International Geothermal Association (IGA), che rivendicava inoltre l’imprescindibile importanza della geotermia ai fini della transizione energetica globale.

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Pomarance, la conca d’oro della geotermia in Toscana

La risposta del Governo: in preparazione il DM FER 2

Il governo, rispondendo alle riserve espresse da attori e stakeholders del campo geotermico aveva spiegato sin da subito che il mancato inserimento della geotermia nel FER 1, rispondeva alla volontà di non penalizzare l’industria geotermica, in quanto, per il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), si trattava di una rinnovabile “non matura” ovvero suscettibile di innovazioni costose.

 

Nel testo pubblicato l’11 gennaio, il viceministro Dario Galli, ha risposto alle interrogazioni della Camera nella Commissione attività produttive.

Il governo spiega che la produzione geotermica, in determinati territori con specifiche caratteristiche geologiche, può comportare l’emissione di gas a effetto serra nonché di altre sostanze, potenzialmente dannose per l’ambiente e la salute delle persone, come:

 

  • Inquinamento dell’aria determinato dalla presenza di rilevanti quantitativi di mercurio, radon, arsenico, boro, antimonio, idrogeno solforato e anidride carbonica
  • Assorbimento delle risorse idriche, acque potabili e termali
  • Eventuali danni alla vegetazione e alla salute degli abitanti
  • Fenomeni di micro sismicità e subsidenza

 

Muovendosi dalle considerazioni e direttive prodotte in UE (cfr. direttiva 2018/2001 n.46, del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018), il governo vede nell’inserimento della geotermia nel DM FER 2, l’opportunità per i territori interessati “di stabilire adeguate prestazioni ambientali ai fini dell’accesso agli incentivi, innovando ulteriormente la tecnologia” (risposta di Dario Galli alle interrogazioni parlamentari).

 

L’onorevole Dario Galli, Sottosegretario allo sviluppo economico dal 13 giugno 2018, Vice Ministro dal 1° ottobre 2018

 

Il governo ricorda quindi la volontà di ridurre le emissioni di CO2 e di favorire la riqualificazione degli impianti esistenti, coinvolgendo la regione Toscana (la più interessata per l’appunto, e con la quale i si sono già tenuti incontri successivi alla richiamata Conferenza Unificata ) nella determinazione di requisiti e condizioni per l’accesso della geotermia agli incentivi del DM FER 2. Viene confermato così quanto già espresso, ovvero il timore che una fonte che vede pochi operatori coinvolti potrebbe essere danneggiata dai meccanismi di asta (molto competitivi) previsti dal DM FER 1.

 

Questo riscontro ed il coinvolgimento della regione Toscana nelle procedure da attuare nell’ambito geotermico dovrebbero placare gli spiriti più critici. Staremo a seguirne le vicende.

 

 

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