Greta Thunberg è stata invitata in Senato per un intervento

Il 18 aprile ANTER era tra gli ospiti e vi propone il testo completo, in lingua italiana, del suo discorso

Mi chiamo Greta Thunberg, ho 16 anni, vengo dalla Svezia e parlo a nome delle future generazioni. Nel 2030 avrò 26 anni la mia sorellina Beata ne avrà 23, mi dicono che quella sarà un età meravigliosa perché avrò la vita davanti a me, ma non sono così sicura che sia proprio così.

Ho avuto la fortuna di nascere in un momento, in un luogo dove tutti mi hanno incoraggiata a pensare in grande; mi hanno detto che potevo diventare tutto ciò che volevo e vivere dovunque io volessi.

Le persone come me hanno avuto tutto quello di cui hanno bisogno e ancora di più, cose che i nostri nonni non potevano neanche immaginare; abbiamo avuto tutto quello che potevamo immaginare ma forse alla fine non avremo nulla.

Probabilmente adesso non avremo neanche un futuro, perché è il nostro futuro che è stato venduto in maniera tale che un numero piccolo di persone potessero godere di un’ enorme somma di denaro. C’è stato scippato e ci viene rubato ogni volta che ci dite che noi abbiamo soltanto il cielo come limite è che possiamo vivere una volta sola; ci avete mentito, ci avete dato delle speranze false, ci avete detto che il futuro era un qualcosa a cui non dovevamo guardare e, si, certo, alcuni di noi possono avere tutto quello che vogliono, ma per ora.

Molti di noi possono comprare molto più di quanto abbiano bisogno, ma l’unica cosa di cui veramente abbiamo bisogno è un futuro e la cosa più triste è che molti bambini, molti ragazzi non hanno nemmeno la consapevolezza del destino che li attende e non lo comprenderemo fino a quando non sarà troppo tardi.

La data è circa il 2030 da cui ci separano dieci anni 257 giorni e 13 ore, allora noi ci troveremo in una situazione che potrà dare il via ad una reazione a catena che sfuggirà al controllo umano e che molto probabilmente porterà alla fine della civiltà umana, così come noi la conosciamo.

Questo diventerà realtà a meno che non vengano introdotti dei cambiamenti straordinari, senza precedenti, in tutti gli aspetti della società; ivi inclusa una riduzione del 50% delle emissioni dell’anidride carbonica.

Considerate, però, che questi calcoli dipendono da invenzioni che non sono ancora state inventate, invenzioni che si suppongono saranno in grado di pulire l’atmosfera da queste quantità astronomiche di anidride carbonica ed inoltre questi calcoli non includono dei punti critici imprevedibili in questo momento, come, per esempio, le significative fughe di gas metano dal permafrost artico, che si sta sciogliendo; questi calcoli non includono nemmeno i fenomeni di riscaldamento già in atto occultati dall’inquinamento, né gli aspetti di equità o di giustizia climatica che sono stati chiaramente inclusi nell’ Accordo di Parigi e che sono necessari a livello globale.

Dobbiamo considerare che tutto questo fa parte di stime di calcoli, il che significa che questi punti di non ritorno potrebbero arrivare forse prima di quanto noi ci aspettiamo, prima del 2030, ma non ne abbiamo la certezza.

Certamente sappiamo che all’incirca è questo l’arco temporale che dobbiamo considerare, ma questi calcoli non sono opinioni, non sono ipotesi azzardate; si basano su fatti scientifici che sono stati convalidati da tutte le nazioni tramite l’ IPCC e quasi ogni grande organismo scientifico nazionale nel mondo ha dato il suo sostegno ai risultati del lavoro dell’ IPCC.

Molte persone ci dicono che noi non abbiamo soluzioni alla crisi climatica; è giusto. Come potremmo averle? Come possiamo noi risolvere la più grande crisi dell’umanità? come si può risolvere una guerra? come si può risolvere il fatto di essere andati per la prima volta sulla luna? come si può risolvere la questione di inventare nuove invenzioni? La crisi climatica è al contempo la crisi più semplice e la più difficile che abbiamo mai dovuto affrontare: la più semplice perché sappiamo cosa fare, dobbiamo mettere un punto finale alle emissioni dei gas serra, la più difficile è perché la situazione economica attuale è legata ai combustibili fossili e quindi questo distrugge i nostri ecosistemi.

Quindi in che modo possiamo risolvere, ci chiedete, questa crisi?  Noi vi rispondiamo che nessuno lo sa con certezza, noi dobbiamo porre fine a questo uso dei combustibili fossili, ripristinare la natura e trovare delle nuove vie; voi ci dite che questa non è una risposta e noi vi rispondiamo di sì; ma noi dobbiamo trattare la crisi come una crisi e quindi andare avanti anche se non abbiamo le soluzioni. Ci dite ancora una volta che questa non è una risposta, ma noi continuiamo a parlare di economia circolare, di dover riportare la natura al suo stato naturale e di arrivare ad una giusta transizione.

Ci guardate, a questo punto, perché non comprendete quello che noi diciamo; ma noi dobbiamo unirci, sostenere gli scienziati, lavorare e combattere insieme a loro; ma voi non ascoltate tutto questo, perché queste risposte certamente, per risolvere una crisi, non possono farlo da sole.

Hanno bisogno della vostra comprensione, ma voi non volete comprendere; non siete interessati ad ascoltare ciò che vi dice la scienza, perché solo siete interessati alle soluzioni che vi consentiranno di continuare come avete fatto fino ad ora. Ma ciò non è possibile, queste risposte non esistono più; il cambiamento sta arrivando che vi piaccia o meno e la scienza non ha interesse di enormi somme di soldi o di stili di vita comodi che voi cercate disperatamente di proteggere.

L’atmosfera è interessata soltanto alle migliaia di tonnellate di gas serra che noi pompiamo nell’atmosfera; le emissioni dei gas serra devono fermarsi. Questo è quanto, nient’altro.

Per evitare che il nostro clima si distrugga dovremmo pensare come coloro che hanno costruito le cattedrali ovvero costruire le fondamenta per poi arrivare al tetto.

Nel 1972 John Fitzgerald Kennedy ha detto: “noi abbiamo deciso di arrivare sulla luna e lo faremo in questo decennio anche se tutti dicono che non è possibile” o come, in fondo, il piano Marshall dopo la fine della seconda guerra mondiale, o come l’incendio di Notre Dame che è andata a fuoco, ma in 24 ore sono stati raccolti moltissimi fondi per ricostruirla.

Dobbiamo semplicemente trovare una soluzione; quando noi decidiamo di compiere un atto possiamo fare qualsiasi cosa e io sono certa che quando noi inizieremo a comportarci proprio consapevoli di vivere un’ emergenza allora saremo in grado di evitare questa catastrofe climatica. Gli esseri umani sono adattabili e questa è un’opportunità, ma noi non possiamo ritardare ulteriormente.

Non abbiamo più scuse.

Io ho viaggiato molto in questo periodo, ho parlato in tanti paesi e mi è sempre stato dato aiuto, per poter parlare anche delle politiche climatiche dei vari paesi; ma non è questo il punto, perché il problema chiave è uguale in tutti i paesi e il problema chiave è che fondamentalmente nulla viene fatto per fermare o rallentare questa distruzione del nostro clima.

Malgrado tutte le meravigliose parole e le splendide promesse, la grande differenza è che alcuni paesi parlano più di altri e si lodano, ma la verità è che non esistono dei modelli a cui ispirarsi.

Oggi quando io viaggio nel mondo spesso mi accade di incontrare persone importanti che si congratulano con me e francamente vi dico che per me questo è strano perché sinceramente non so di che cosa si congratulano.

In questi ultimi sei mesi ho viaggiato in tutta Europa per centinaia di ore, in treno, in bus e con macchine elettriche, cercando di far capire che noi dobbiamo trattare questa crisi come crisi perché altrimenti non saremo in grado di risolvere l’emergenza se non ne siamo consapevoli.

In questi ultimi sei mesi, milioni di studenti in tutto il mondo, non soltanto in Italia, sono andati in sciopero per il clima; ma niente è cambiato.

Le emissioni continuano ad aumentare ed essendo veramente molto franca devo dirvi che non ci sono cambiamenti in vista, allora perché le persone importanti del mondo si congratulano con me?

Noi ragazzi non vogliamo sacrificare la nostra istruzione, la nostra adolescenza o la nostra infanzia per far sì che voi ci diciate che considererete ciò che è possibile fare… noi siamo scesi in strada non perché vi facciate selfies, ma per dirvi che vogliamo che agiate! vogliamo che prendiate delle misure!

Noi lo facciamo perché vogliamo reimpossessarci dei nostri sogni e delle nostre speranze. Grazie.

Clicca qui per ascoltare l’audio dell’intervento in inglese:

 

 

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