Incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili: la svolta “verde” del decreto FER 1

Entrato in vigore lo scorso agosto, agevola la costruzione e il rifacimento di impianti di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili. Consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di 8.000 MW, con un aumento della produzione da fonti “green” intorno a 12 miliardi di kWh

Una mano sostiene dei pannelli solari e delle pale eoliche

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha approvato lo scorso luglio il cosiddetto decreto “FER 1 – Fonti Energetiche Rinnovabili”. Entrato in vigore il 10 agosto, ha l’obiettivo di sostenere la produzione di energia elettrica dagli impianti alimentati a fonti rinnovabili, attraverso la definizione di incentivi e modalità di accesso che promuovano l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità, sia ambientale che economica, di questi impianti.

 

Quali impianti riguarda il decreto

 

Possono accedere agli incentivi gli impianti eolici e quelli fotovoltaici (gruppo A) di nuova costruzione, i nuovi impianti fotovoltaici installati in sostituzione di coperture di edifici rurali su cui viene completamente rimosso l’eternit o l’amianto (gruppo A-2), impianti idroelettrici e impianti a gas residuati dei processi di depurazione di nuova costruzione (gruppo B), gli impianti eolici, idroelettrici e a gas residuati oggetto di rifacimento, totale o parziale (gruppo C).

Un tecnico installa dei pannelli solari sul tetto di un edificio

Il decreto FER 1 sostiene attraverso incentivi la realizzazione, tra gli altri, di impianti fotovoltaici. Ph. Condominioweb.com

 

A quanto ammontano gli incentivi

 

Tali impianti possono fare richiesta al Gse (il Gestore dei servizi energetici) per accedere a degli incentivi, riconosciuti in base all’energia elettrica prodotta netta immessa in rete dall’impianto. Ad esempio, per gli impianti eolici, vengono riconosciuti da un minimo di 70 a un massimo di 150 euro per megawattora (€/MWh) di elettricità immessa nella rete, a seconda della potenza dell’impianto, il che costituisce una tariffa più vantaggiosa per il produttore di energia (la cosiddetta tariffa incentivante) rispetto a quella normalmente normalmente applicata dal Gse. Si arriva invece a fino a 155 euro per MWh per gli impianti idroelettrici, a 110 euro per gli impianti a gas residuati e a 105 euro per quelli fotovoltaici. Ad essere privilegiati sono i piccoli impianti, perché più piccola è la potenza dell’impianto più grande è l’incentivo riconosciuto.

Premi extra sono attribuiti inoltre agli impianti fotovoltaici costruiti per sostituire coperture in amianto o eternit di edifici rurali (cioè quelli del gruppo A-2), che hanno diritto ad ulteriori 12 euro per MWh, erogati su tutta l’energia prodotta, e a quelli destinati all’autoconsumo: per gli impianti di potenza fino a 100 kilowatt installati su edifici sulla produzione netta consumata in sito è attribuito un premio pari a 10 euro per MWh, a condizione che, su base annua, l’energia autoconsumata sia superiore al 40% della produzione netta dell’impianto.

Un pannello solare collegato al simbolo del dollaro

Il decreto FER 1 riconosce fino a 105 €/MWh per l’energia immessa in rete dai nuovi impianti fotovoltaici. Ph. Esi Africa

 

A quali impianti viene data la precedenza

 

Nel riconoscimento degli incentivi viene data la precedenza nelle graduatorie agli impianti che presentano determinate caratteristiche: a quelli realizzati su discariche e lotti di discarica chiusi e ripristinati, cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento e aree bonificate (per il gruppo A); agli impianti realizzati, nell’ordine, su scuole, ospedali, edifici pubblici (per il gruppo A-2); per gli impianti alimentati da gas residuati dai processi di depurazione (gruppo B), quelli che prevedono la copertura delle vasche del digestato; gli impianti connessi in parallelo con la rete elettrica e con colonnine di ricarica di auto elettriche (a condizione che la potenza complessiva di ricarica sia non inferiore al 15% della potenza dell’impianto e che ciascuna colonnina abbia una potenza non inferiore a 15 kW); gli aggregati di impianti, sempre ad energie rinnovabili.

 

Quali conseguenze avrà il decreto

 

Il decreto, come dicevamo, si pone l’obiettivo di sostenere la produzione di energia elettrica da impianti alimentati attraverso fonti rinnovabili. Ammonta a circa 5,4 miliardi di euro il totale di risorse messe a disposizione dal Ministero per questo scopo fino al 2021.  L’attuazione del decreto consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di 8.000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi, dando perciò una decisa spinta alla transizione energetica verso le energie rinnovabili, in un’ottica di decarbonizzazione.

Il decreto intende contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei previsti per il 2020 e il 2030 per il clima e l’energia, recepiti nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC): tra i tanti, entro il 2030 almeno il 32% dell’energia dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili.

 

Immagine di copertina: ph. admaioramedia.it

 

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