ISPRA e ANCI insieme per lo sviluppo sostenibile delle città italiane

I due enti hanno firmato un protocollo d’intesa sulla qualità dell’ambiente urbano, con l’obiettivo di collaborare per studiare, mettere insieme informazioni e dati, sensibilizzare gli enti locali di ogni livello sul tema. Mobilità sostenibile, qualità dell’aria, riqualificazione dello spazio urbano e benessere dei cittadini sono al centro dell’accordo

Lo skyline di una città "verde" improntata alla sostenibilità

Favorire uno sviluppo sostenibile delle città italiane, è l’obiettivo del protocollo d’intesa sulla qualità dell’ambiente urbano firmato da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Con l’accordo, dello scorso marzo, i due enti si impegnano ad avviare e sostenere una collaborazione finalizzata alle attività di studio, analisi, valutazione e promozione della qualità dell’ambiente urbano e metropolitano, come strumento di supporto alla pianificazione, alla progettazione di qualità e alla gestione sostenibile da parte delle città e delle aree metropolitane, alla programmazione di politiche nazionali e locali in materia e al coinvolgimento attivo della cittadinanza, oltre che alla condivisione di informazioni e dati, risorse e competenze dei due enti per elaborare insieme analisi e studi sulle tematiche dell’ambiente urbano.

 

Due mani tengono nel palmo da una parte un albero e dall'altra una città

ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, attraverso l’accordo, mettono insieme competenze e conoscenze per uno sviluppo sostenibile delle città italiane. Ph. Woodish

 

Tra i temi che ISPRA e ANCI intendono affrontare attraverso il protocollo ci sono le politiche e le iniziative per la mobilità sostenibile, la riqualificazione e il decongestionamento dello spazio urbano, il miglioramento della qualità dell’aria e del livello delle emissioni inquinanti, la salubrità delle città e il benessere dei cittadini.

«Si parte dalla qualità dell’aria e si approda al problema della mobilità sostenibile – spiega Mario Cirillo, direttore del Dipartimento per la valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale di ISPRA –. La mobilità infatti è sicuramente uno dei fattori principali di pressione per quanto attiene sia alla qualità dell’aria che alla qualità della vita dei cittadini. ISPRA è impegnata da anni con ANCI in un rapporto di collaborazione proficuo – aggiunge – perciò il protocollo potenzia ulteriormente questa collaborazione».

Vigilare sull’attuazione del protocollo d’intesa è compito del Comitato di coordinamento, costituito da 3 membri di ISPRA e 3 di ANCI. Il Comitato si riunisce almeno ogni sei mesi, per esaminare le problematiche relative allo svolgimento della collaborazione, proporre nuovi accordi, formulare nuove proposte e monitorare lo stato di avanzamento delle attività già avviate.

ANCI e ISPRA si propongono di dare la massima risonanza all’accordo con azioni di diffusione e divulgazione – anche realizzando insieme report, pubblicazioni e convegni – mirate alla corretta comunicazione dei risultati scientifici e stimolando, quando necessario, i rapporti tra gli organi centrali e le amministrazioni locali. Da parte sua ANCI si impegna inoltre a promuovere il protocollo e le sue attività a tutti i livelli istituzionali locali, ad incoraggiare i contatti tra ISPRA e le amministrazioni locali e a fornire ai Comuni informazioni e dati rappresentativi. ISPRA utilizza per le sue attività sull’ambiente urbano tutte le informazioni condivise con ANCI. Il protocollo d’intesa ha una durata di 2 anni, rinnovabili.

 

Un città con una grande spazio verde

Rendere le città italiane più “verdi”, cioè improntate alla sostenibilità, è l’obiettivo dell’accordo tra ISPRA e ANCI. Ph. Greenenergystorage

 

Il tema dell’accordo appare tanto più importante quanto più si pensa alla situazione delle città italiane. Nelle aree urbane italiane si continua infatti a superare il limite del livello di emissioni inquinanti. Ad esempio, come riporta il dossier sulla sostenibilità metropolitana realizzato da ISPRA e ANCI (pubblicato a novembre 2018), nel primo semestre del 2017 il valore limite medio giornaliero del PM10, pari a 50 microgrammi per metro cubo d’aria (μg/m³), è stato superato più di 35 volte in un anno – numero massimo di sforamenti stabilito dalla direttiva europea 2008/50/CE e il D.Lgs 155/2010 – in 3 aree urbane: Torino (55 sforamenti del valore limite medio giornaliero), agglomerato di Milano (46 sforamenti), Venezia(47 sforamenti). Mentre in 6 Comuni (Bologna, Cagliari, Firenze, Napoli, Palermo, Roma) è stato registrato un numero di giorni di superamento dei 50 μg/m³ tra 10 e 35.

Secondo quanto riportato dal medesimo dossier, invece per il diossido di azoto (NO2) nel 2016 il valore limite medio annuale di 40 μg/m³ – indicato sempre dal  D. Lgs. 155/2010 – è stato superato da 11 Comuni sui 14 presi in considerazione dallo studio: si mantengono sotto il valore limite annuale solo Reggio Calabria (22 μg/m³), Cagliari (32 μg/m³) e Messina (39 μg/m³), mentre sono sopra la soglia indicata Torino (che registra la concentrazione media più alta, pari a 70 μg/m³), Genova (58 μg/m³), l’agglomerato di Milano (67 μg/m³), Venezia (47 μg/m³), Bologna (52 μg/m³), Firenze (65 μg/m³), Roma (65 μg/m³), Napoli (56 μg/m³), Bari (46 μg/m³), Palermo (48 μg/m³) e Catania (48 μg/m³).

Anche se non mancano i segnali positivi: tra il 2008 ed il 2017 le concentrazioni medie annue di PM10, PM2,5 e NO2 hanno mostrato un trend decrescente (-2,4% per il PM10 e -2,9% per PM2,5 e NO2) e anche le emissioni di PM10 primario sono passate da un totale di 45.403 tonnellate nel 2005 a 36.712 tonnellate nel 2015 (-19%).

 

Immagine di copertina: ph. Shus

 

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