18 Febbraio 2018 3 min di lettura
Il rispetto per la terra è il principio indicato dal geniale architetto statunitense per pensare e realizzare l’architettura
18 Febbraio 2018 3 min di lettura
Nella prima metà del Novecento, la diffusione quasi globale del Movimento moderno ha favorito in architettura la generalizzazione di uno stile internazionale che non si occupava per nulla delle caratteristiche climatiche e delle particolarità locali. All’epoca solo pochi architetti misero in guardia contro i pericoli di questa distanza abissale dalla natura e dalla tradizione, si schierarono a sostegno del genius loci o del rispetto dei ‘piccoli uomini’. Tra questi Frank Lloyd Wright (1867 –1959), padre dell’architettura organica. Ultimo capolavoro del grande architetto fu il Guggenheim Museum di New York, inaugurato l’anno della sua scomparsa, nel 1959.
Ma è The Fallingwater (la ‘Casa sulla Cascata’) del 1936 l’esempio più emblematico dell’architettura wrightiana. Fu commissionata a Wright da Edgar Kaufmann Senior, allora settantenne mercante e miliardario filantropo di Pittsburgh. Fu Edgar Kaufmann jr., allievo di Wright, a convincere il padre ad affidare al Maestro l’incarico di costruire sul terreno boscoso, attraversato da un torrente che in un certo punto forma una piccola cascata, una residenza per le vacanze della famiglia. Questa fu la destinazione tra il 1937 ed il 1963, anno in cui la casa è passata alla Tutela Occidentale dello Stato di Pennsylvania. Grazie a questo The Fallingwater è ad oggi l’unica abitazione progettata da Wright non rimaneggiata che conserva l’arredamento originale.
The Fallingwater appare come roccia fra le rocce, isola in mezzo all’acqua, come un albero in un bosco della Pennsylvania. In questa casa il grande architetto ha messo i suoi abitanti in relazione stretta con la gola della montagna, gli alberi, il fogliame e i fiori selvatici. All’interno la maestosità dell’ambiente naturale è ovunque accentuata e trasformata in parte integrante della vita quotidiana. Il primo piano si apre in tre direzioni diverse, con terrazze che portano all’esterno in due direzioni: la prima dà sul lato a monte, la seconda sovrasta la roccia e la cascata. Le camere del piano superiore hanno ciascuna una terrazza, così pure lo studio e la camera a galleria del terzo piano danno su una terrazza esterna. Tutti gli elementi verticali della casa sono costruiti in pietra locale, con sporgenze o pietre leggermente in rilievo, per conferire alla superficie dei muri un aspetto più scultoreo.
Tutti gli elementi orizzontali sono in calcestruzzo gettato in opera. I pavimenti sono ovunque rivestiti in pietra, così come le pareti. Le opere in falegnameria sono in noce marezzato, realizzate con grande finezza. Un camino aperto a semicerchio, collega la casa principale alla casa per gli ospiti situata più in alto sulla collina. In una conferenza alla Taliesin Fellowship (la comunità laboratorio per apprendisti architetti da lui fondata nel 1932), Wright disse di questa casa: “The Fallingwater è una grande benedizione fra quelle che si possono ricevere qui sulla terra. Penso che niente abbia mai eguagliato il coordinamento, l’espressione empatica del grande principio di serenità in cui foresta, torrente, roccia e tutti gli elementi della costruzione formano un’associazione così quieta che veramente, se vi mettete in ascolto, non percepite alcun rumore, nonostante vi sia la musica del torrente. Ma chi ascolta The Fallingwater lo fa così come si ascolta la quiete della campagna…”.
The Fallingwater riassume perfettamente la visione di Wright, che credeva fermamente nel benessere personale, spirituale e fisico derivante dalla vicinanza con la natura. Oggi parliamo di architettura di esterni, di progettazione ambientale e usiamo termini sofisticati che, in realtà, si originano da quello stesso principio indicato cento anni fa da Wright: la progettazione architettonica deve rispettare la Terra e creare un’armonia tra l’uomo e la natura, in un perfetto equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale.
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