9 Gennaio 2019 3 min di lettura
In Italia si contano 200 sezioni ospedaliere attive con 740 docenti sul campo. Tra una terapia e un'altra si parla anche di storia, geografia, matematica, scienze ed educazione ambientale
9 Gennaio 2019 3 min di lettura
Non ci sono campanelle e classi. Lavagne e banchi convivono con letti di ospedali. Gli insegnanti si muovono fra camici bianchi e pigiami per fare lezioni a migliaia di studenti, quasi 70mila nell’anno scolastico 2017/2018. Sono stati chiamati per seguire alunni “speciali”, dai più piccoli della scuola dell’infanzia ai più grandi delle superiori, piccoli pazienti ricoverati in ospedale per i quali assistere a una spiegazione oppure preparare i compiti può diventare davvero un modo per avere una vita normale mantenendo i legami col mondo esterno.
È la didattica che entra in corsia, è la realtà della scuola – un luogo dove si coltivano speranza e futuro per le giovani generazioni – che incontra quella dell’ospedale. “Una scuola d’eccellenza”, come l’ha definita agli inizi dello scorso dicembre il ministro della Pubblica istruzione Marco Bussetti durante un incontro con i referenti degli uffici scolastici regionali.
“Garantire a chi è colpito dalla malattia il diritto all’istruzione è un segno di civiltà, oltre che di cultura”, ha ricordato con un tweet Bussetti il 9 dicembre scorso. E sempre il responsabile del dicastero dell’istruzione ha annunciato un potenziamento del servizio con una maggiore dotazione di docenti e risorse finanziarie aggiuntive (l’ex ministra Valeria Fedeli aveva stanziato un budget aggiuntivo di un milione di euro a un fondo di 2,5 milioni). Intanto nei prossimi mesi saranno aggiornate le Linee Guida del servizio che risalgono al 2003 (quando fu siglato un protocollo d’intesa specifico fra il ministero della Salute e quello della Pubblica istruzione) in modo da adeguarne le modalità di erogazione alla luce della nuova realtà scolastica e sanitaria. È in corso la procedura per assegnare le risorse agli uffici scolastici regionali in modo da potenziare le azioni di sviluppo e supporto: tra le iniziative future, un portale nazionale e un registro per i docenti che prestano servizio in ospedale.
Secondo le statistiche ministeriali riferite all’anno scolastico 2017/2018 e riportate dall’Ansa, in Italia si contano 200 sezioni ospedaliere attive che coinvolgono un piccolo esercito di 740 docenti pronti a indossare cuffia e mascherina per dispensare sapere ai loro alunni. È in Campania, in Lazio, in Sicilia e in Liguria che gli studenti hanno usufruito per lo più di questo servizio. Le lezioni spesso vengono pensate e costruite “su misura”, secondo gli orari delle terapie: spesso i destinatari sono pazienti affetti da patologie oncologiche.
L’obiettivo è far sì che le assenze per motivi di salute ed esigenze di salute non si traducano in bocciature o abbandoni scolastici.
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