Laghi italiani invasi dalle microplastiche. I dati del progetto LIFE Blue Lakes

Buste di plastica, cosmetici, abbigliamento e pneumatici tra i principali responsabili dell’inquinamento da plastica

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Microplastiche nei laghi italiani: se ci vogliono almeno 100 anni per ricambiare l’acqua di un lago immaginate quante piccole particelle di plastica possiamo trovare? I dati del progetto Life Blue Lakes.

Piccoli pezzetti di plastica, particelle inferiori ai 5 millimetri, conosciute come microplastiche. Queste rappresentano un problema ambientale sempre più urgente, specie nelle acque interne italiane. A dimostrarlo è “Life Blue Lakes“, un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e guidato da Legambiente, ha coinvolto Italia e Germania con l’obiettivo di prevenire e ridurre le microplastiche nei laghi.

Sono state circa 9.000 le microplastiche analizzate negli ultimi due anni da Life Blue Lake, trovate nel 98% dei campioni raccolti nei laghi di Bracciano, Trasimeno e Piediluco.

Ma come arrivano le microplastiche nei laghi?Le microplastiche arrivano nei corsi d’acqua, fiumi o laghi, attraverso diverse vie. Ci sono microplastiche primarie, che già nascono come tali, oppure secondarie, ovvero elementi di dimensioni maggiori, come gli indumenti, che, attraverso il lavaggio, si usurano in microfibre e microparticelle che finiscono nei corsi idrici”, spiega Marco Casini, Segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, in un’intervista rilasciata a TeleAmbiente. Inoltre, il lago è un bacino che ha dei tempi di ricambio dell’acqua molto lenti: ci vogliono almeno 100 anni.

Il “Libro Bianco dei Laghi, redatto grazie al progetto, ha come obiettivo quello di creare una base standardizzata di conoscenza ai fini di lavorare come prima cosa sulla prevenzione, eliminare certe particelle già dalla fonte, trovare metodologie standardizzate e normate per campionamento ed analisi (ad oggi ancora non presenti).

Cosa si può fare intanto per prevenire il problema?Se parliamo della cosmetica, piuttosto che degli indumenti, scegliamo abiti più naturali e green. E poi, in termini di normative relativamente alla depurazione, acque reflue depurate in un certo modo, e lavatrici con dei filtri per bloccare queste particelle verso le acque di scarico”, aggiunge il segretario Casini. Buste di plastica, cosmetici, abbigliamento e pneumatici tra i principali responsabili dell’inquinamento da plastica.

Sulle aree pilota italiane e tedesche, più di 200 soggetti tra comuni, operatori turistici, associazioni e aziende, sono stati coinvolti in percorsi partecipativi che hanno portato alla redazione delle Carte dei Laghi: dal potenziamento della raccolta differenziata, alla manutenzione delle sponde lacustri, passando per l’educazione ambientale fino a interventi di miglioramento degli impianti di trattamento delle acque.

Con il percorso educativo “Blue Lakes a Scuola sono state coinvolte 57 classi composte da circa 1200 studenti e 60 docenti. Con lezioni in aula, incontri con i referenti di progetto e attività in laboratorio, sono stati realizzati video per raccontare l’inquinamento da microplastiche e trovare soluzioni anche tra i banchi di scuola.

 

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