Microplastiche trovate a 3000 metri di altezza: nessun luogo è al sicuro

La loro presenza non rappresenta un rischio diretto ma resta sorprendente in un luogo lontano da fonti di inquinamento

Dal Monte Everest alla Fossa delle Marianne, le microplastiche sono ovunque, anche nella troposfera terrestre dove la velocità del vento consente loro di attraversare i continenti:  trovate nell’atmosfera a 3000 metri di altezza sulle vette dei Pirenei europei.

 

Dopo la scoperta di microplastiche nei fiumi, negli oceani e persino nella neve1, anche nell’aria pulita delle montagne è stata confermatala loro presenza. Un team di ricerca internazionale che coinvolge scienziati del CNRS, dell’Université Grenoble Alpes2 e dell’Università di Strathclyde (Scozia), ha scoperto la presenza di microplastiche in cima al Pic du Midi (2.877 metri sul livello del mare).

Grazie a una pompa installata presso l’Osservatorio Pic du Midi3 che aspira 10.000 m3 di aria a settimana, il team di ricerca ha potuto analizzare la composizione di quest’aria d’alta quota e determinare così la presenza di circa una microplastica ogni 4 m3. Questi polimeri, come il polistirene o il polietilene, trovano la loro origine negli imballaggi. Se la loro presenza non rappresenta un rischio diretto, resta però sorprendente in un luogo lontano da fonti di inquinamento.

Posidonia oceanica, la pianta in grado di intrappolare la plastica nei nostri mari

Gli scienziati sono anche riusciti a determinare l’origine di queste particelle attraverso modelli matematici delle traiettorie delle masse d’aria. Queste plastiche arriverebbero dall’Africa, dal Nord America o dall’Oceano Atlantico, a conferma del trasporto aereo intercontinentale di microplastiche. Questi risultati, pubblicati su Nature Communications il 21 dicembre 2021, descrivono una fase del ciclo di vita delle microplastiche, contribuendo a spiegare la loro presenza in regioni remote del mondo, come i poli o l’Everest.

Le microplastiche sono minuscoli frammenti – che misurano meno di 5 mm – che provengono da imballaggi, vestiti, veicoli e altre fonti e sono stati rilevati a terra, nell’acqua e nell’aria.

L’autore principale dello studio, Steve Allen della Dalhousie University in Canada, ha detto all’AFP che le particelle erano in grado di percorrere tali distanze perché erano in grado di raggiungere grandi altitudini. “Una volta che colpisce la troposfera, è come un’autostrada super veloce”, ha spiegato. La ricerca indica anche fonti di microplastiche nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico. “La fonte marina è la più interessante”, ha detto Allen. “La plastica che lascia l’oceano nell’aria così in alto  mostra che non c’è un eventuale punto di scolo per questa plastica. Si sta solo muovendo intorno e intorno in un ciclo indefinito“.

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