“Rifò nasce con l’obiettivo di riprendere la tradizione di Prato, valorizzando i vecchi indumenti e trasformandoli in nuova fibra e in un nuovo filato”. Intervista a Niccolò Cipriani, founder di Rifò.
Prodotti a km zero e utilizzo di fibre rigenerate. Sono questi i due pilastri su cui si fonda Rifò, brand di moda circolare made in Italy che rigenera vecchi indumenti dando vita a nuovi capi, tra le aziende più importanti della realtà pratesi presenti all’evento realizzato per la presentazione del Manifesto per l’Ambiente di ANTER.
Lo stesso nome “Rifò” è un’inflessione toscana del verbo “rifare” che rispecchia in pieno l’attività dell’azienda, selezionata tra i finalisti per la categoria “circular economy” dei Sustainable Fashion Awards 2022 i premi della moda sostenibile, creati dalla Camera nazionale della moda italiana (CNMI).
L’azienda produce capi con materiali riciclabili e attraverso fibre tessili rigenerate, usando principalmente materiali certificati Global Recycled Standard.
“Nasce nel novembre 2017 riprendendo una tradizione tessile di Prato. Si occupa di produrre capi di abbigliamento partendo da fibre tessili rigenerate. Da più di 100 anni sul nostro territorio arrivano rifiuti tessili da tutto il mondo che vengono selezionati per colore e qualità, sfilacciati e riportati allo stato di fibra, filato che viene poi utilizzato per le nostre collezioni”, spiega il founder di Rifò, Niccolò Cipriani.
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La fast fashion, ovvero la moda veloce, indica un consumo senza limiti di risorse naturali, prodotti chimici, coloranti e anche delle persone. “L’impegno del brand nasce soprattutto per creare un’alternativa alla fast fashion. – afferma Cipriani – L’idea è di ripartire dalla tradizione per creare un modello circolare dove gli scarti dall’industria o i vecchi indumenti vengano trasformati in filato per creare un nostro capo che potrà essere riciclato di nuovo, un capo che racconta anche una storia.”
Oltre a stare attenti alla fast fashion occorre anche acquistare meno. Per essere sostenibili bisogna rivedere anche i nostri modi di produrre, partendo da una produzione attenta ai propri consumi.
“Per produrre un jeans, ad esempio, servono almeno 3000 litri di acqua, che è ciò che una persona beve in circa due anni e mezzo di vita. Usare materiali riciclati o second hand può essere una soluzione, ma è fondamentale acquistare meno. Risolvere il problema vuol dire anche utilizzare il più possibile ciò che acquistiamo”.
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Tra i finalisti per la categoria economia circolare il brand di Prato. La Milano Fashion Week si è conclusa con i Sustainable Fashion Awards 2022, un evento che riunisce e premia progetti, brand e designer che nell’ultimo anno si sono distinti per l’attenzione all’ambiente
“E’ stata un’occasione per confrontarsi con grandi brand dell’industria della moda e del lusso. Pensiamo che sia un evento interessante perché dà la possibilità a piccoli brand come il nostro di mettersi in contatto con grandi realtà e istituzioni“, afferma il founder di Rifò.
Rifò, come ANTER, ha come obiettivo quello della tutela del pianeta e quello di garantire un futuro alle nuove generazioni. “Educare al consumo responsabile è fondamentale e si può farlo sin da piccoli. Ridare nuova vita ai prodotti vuol dire spingere per un approccio sostenibile, capire le opportunità e le potenzialità che questo offre, garantendo un futuro alle generazioni che verranno”.
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