Non solo PIL. L’indice Domus ISPI fotografa l’“energia urbana” di dieci metropoli

Come dovranno essere le metropoli del futuro? E come si misura la loro energia? Lo studio ISPI prende in esame le diverse forze in gioco in dieci global city. Tra queste c’è anche Milano.

Oggi più della metà della popolazione mondiale, circa il 55%, risiede nelle metropoli. Un trend destinato a crescere, come registrato dal World Urbanization Prospects 2018 (pubblicazione lanciata dal dipartimento di economia e affari sociali delle Nazioni Unite). Secondo le analisi, nel 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane.

Diventa perciò evidente che “Le città sono la grande sfida della nostra epoca”. A ricordarlo è stata Sofia Bordone, Ceo di Editoriale Domus, in occasione di domusforum 2019, secondo evento dedicato alle città del futuro e all’”energia urbana”, tenutosi presso il Teatro Parenti di Milano lo scorso 10 ottobre.

 

Goal Onu 11: città inclusive, sicure e sostenibili

La crescente importanza delle metropoli, richiede dunque una visione strategica e di lungo termine, che il mondo politico e la sfera sociale dovranno necessariamente portare avanti in sinergia anche con il comparto industriale e produttivo.

Non è un caso se l’Onu ha voluto inserire nei 17 Sdgs (obiettivi per lo sviluppo sostenibile) della sua Agenda 2030, anche quello che mira a “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. Con questo obiettivo, il numero 11, le Nazioni Unite precisano che “Il futuro che vogliamo include città che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro”.

 

Indice ISPI “Energia urbana: cinque dimensioni per cogliere il futuro delle città”

Per fornire uno strumento utile a questo scopo la rivista di architettura Domus ha incaricato ISPI (istituto italiano per gli studi di politica internazionale) di fotografare dieci global city nello studio “Urban energy – five dimensions to grasp the future of cities” (Energia urbana: cinque dimensioni per cogliere il futuro delle città). I risultati sono stati presentati proprio in occasione di domusforum 2019 e sono disponibili qui in versione ridotta e interamente sul numero di novembre di Domus.

Le dieci global city oggetto dell’analisi sono state Chicago, Londra, Milano, San Paolo, Shanghai, Buenos Aires, Johannesburg, Lagos, Singapore e Toronto (queste ultime cinque scelte per la prima volta quest’anno per la loro impetuosa crescita).

Nella sua analisi, ISPI ha deciso di tracciare le direttrici lungo le quali costruire lo sviluppo urbano delle città del futuro, adottando un metodo di valutazione nuovo. L’indagine non si è, infatti, limitata a prendere in considerazione la performance economica delle città stesse, ma ne ha misurato l’energia, intesa come il risultato di diverse dimensioni.

In particolare: l’energia economica, l’energia cinetica (trasporto pubblico, traffico aeroportuale, accesso a internet, congestionamento urbano), l’energia sociale (diseguaglianza economica, disoccupazione giovanile, partecipazione femminile), l’energia attrattiva (apertura al business, copertura medica, livello di istruzione) ed infine, l’energia ambientale (concentrazione PM 10, emissioni inquinanti, riciclo rifiuti).

Ambiti cruciali, che hanno consentito di misurare la prosperità di una città, come il risultato di diverse forze in gioco e di individuare i modelli di sviluppo più avanzati e armonici e i centri più “energetici”.

 

Milano è la global city più armonica

L’indice ISPI ha restituito un’immagine positiva di Milano, considerata in linea con altre capitali globali come Chicago, Toronto e Londra.

Tra le dieci global city è risultata quella col maggiore  equilibrio tra tutte e cinque le energie prese in esame. Si è rilevato un tessuto imprenditoriale vivace, con una vasta rete di protezione sociale e forte attrattività verso l’esterno. Punti di forza della metropoli lombarda sono l’economia, le disuguaglianze contenute, la copertura sanitaria e l’aspettativa di vita più alta tra tutte le città considerate.

Un boom socioeconomico, dunque, all’insegna della crescita armonica, dove a spiccare è il livello di energia cinetica, dovuta soprattutto al più alto traffico aeroportuale delle dieci global city. Il numero di passeggeri transitati per gli scali di Milano e Bergamo nel 2018 sono stati, infatti, ben 40 milioni, su una popolazione di 1,4 milioni di abitanti.

Non mancano però le criticità. In particolare sul fronte dell’energia ambientale, con una bassa qualità dell’aria. Nella classifica di concentrazione di PM 10, Milano si piazza infatti in terzultima posizione, prima solo di Shanghai e Johannesburg.

In misura minore, nell’ambito dell’energia sociale, si segnala un tasso lievemente inferiore nell’occupazione femminile rispetto ai benchmark occidentali. Qui a primeggiare è la città di Toronto. Sempre nella sfera sociale, anche la disoccupazione giovanile risulta tra le più alte e inferiore solo a Buenos Aires e Johannesburg.

Una sintesi dell’indice ISPI è disponibile anche in versione pdf.

 

Alice Zampa

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