Outdoor pollution – l’inquinamento negli spazi aperti

Paola Palestini, Professoressa dell'Università Milano Bicocca, parla di "particolato atmosferico" e dei rischi per la salute dovuti all'inquinamento dell'aria. Cosa fare?

L’aria che respiriamo è composta al 78 % da azoto, 21 % di ossigeno con tracce di argon e vapore acqueo; infine, anche se invisibili, sono presenti particelle, così leggere che fluttuano nell’aria.
Queste particelle sono il particolato atmosferico (particulate matter, PM) che è l’insieme di particelle solido/liquide presenti in sospensione in atmosfera. Queste particelle possono avere origine naturale (eruzioni vulcaniche, incendi boschivi) o antropiche, ovvero prodotte dall’uomo (riscaldamento domestico, emissioni degli autoveicoli, usura dei pneumatici e vari processi industriali).
In queste particelle sono presenti batteri, metalli come l’arsenico, il cadmio, il mercurio e il nickel e molecole organiche come gli idrocarburi aromatici che provengono dalla combustione.
Le particelle che costituiscono il particolato atmosferico possono avere dimensioni molto diverse e nello stesso volume d’aria, sono presenti particelle con dimensioni variabili fra 0,001-10 μm. Il particolato atmosferico (PM) è l’inquinante atmosferico che provoca i maggiori danni alla salute umana. Il PM che respiriamo negli spazi aperti (oudoor pollution) è il PM10 che contiene anche PM più piccoli, come le particelle ultrafini (UFP). Il PM10 penetra nei polmoni e lo infiamma permettendo alle UFP di entrare nel sangue, essere trasportate in tutti gli organi del nostro corpo, inducendo così un effetto tossico sistemico.

 

Paola Palestini, Professoressa Università Milano Bicocca. Il PM10 e le polveri ultrafini

 

I dati scientifici ottenuti nei diversi laboratori nel mondo, hanno dimostrato che il PM è tossico in quanto attiva i due meccanismi cellulari che sono alla base di ogni patologia: infiammazione e stress ossidativo.
I dati di laboratorio sono in accordo con i dati epidemiologi che indagando a livello di popolazione, hanno dimostrato che vivere in un ambiente inquinato diminuisce la prospettiva di vita. Infatti, la qualità della vita e la lunghezza della vita stessa dipende solo al 25% dalla componente genetica che è diversa per ognuno di noi mentre, il rimanente 75% dipende dal life-style ovvero Ambiente, Acqua e Alimentazione (3A).
Indagini epidemiologiche, hanno dimostrato un aumento di patologie respiratorie compreso il tumore polmonare, patologie cardio-circolatorie compreso l’infarto e patologie neurodegenerative, negli individui che vivono in ambienti dove il livello di inquinamento atmosferico è alto. Le classi di popolazione più a rischio sono i bambini e le persone anziane, soprattutto quest’ultime se hanno già problemi di salute.
L’OMS ha indicato i limiti giornalieri e annuali di PM in atmosfera da non superare e ha denominato l’inquinamento il “Killer invisibile” indicandolo al 3° posto come causa di morte nei prossimi anni, soprattutto in alcune zone del nostro pianeta. Per quanto riguarda l’Italia, le zone più a rischio sono la pianura Padana ma anche altre grandi città del centro e sud Italia come Roma Napoli, Bari, Taranto.

 

Pianura Padana

 

L’educazione e la conoscenza sono fondamentali per il cambiamento e ognuno di noi può fare qualcosa per inquinare di meno. Usare energia pulita, non da fonti fossili, usare la macchina in modo oculato e usare preferenzialmente i mezzi pubblici e la bicicletta, controllare il riscaldamento e soprattutto in città non usare cammini a legna o stufe a pellet.
Oltre a quello detto sopra bisogna spingere i comuni, le regioni fino ad arrivare al ministro dell’ambiente a fare di più… si può sempre fare di più. Bisogna spiegare che una politica spinta verso il contenimento delle emissioni, porterà alla PREVENZIONE di molte patologie che alla fine si tradurrà in un risparmio sulle spese della Sanità Pubblica.
Una delle parole del futuro che però dobbiamo riempire con azioni, è PREVENZIONE.. della salute degli sprechi, ect.

 

 

Quando ANTER mi ha chiesto di partecipare a questo progetto ho aderito con piacere perché sono fortemente convinta che la scienza deve essere divulgata alla popolazione. Ritengo che la conoscenza corretta su base scientifica permetta agli individui di poter essere liberi, liberi di scegliere.
E’ stata una esperienza nuova, diversa dai congressi a cui partecipo, stimolante in quanto interagendo con i “compagni viaggio” aventi competenze diverse, mi sono arricchita di qualcosa. Nella vita, voltandomi indietro, credo che una delle cose importanti sono le persone che ho incontrato, quello che gli ho dato e quello che gli ho preso.
Ciao ANTER e alla prossima

 

Paola Palestini,  Professoressa Università Milano Bicocca

 

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