
Creare coesione e senso di comunità tra gli studenti ed educare i bambini all’importanza della collaborazione.
Si basa su questo il modello seguito nelle scuole in Giappone. I bambini, oltre a studiare, vengono abituati sin da piccoli a pulire e a riordinare le aule ogni giorno, per comprendere quanto sia importante vivere in un ambiente pulito e ordinato quando sono a scuola.
Si tratta di una pratica nota come “hito-zukuri”, ovvero “l’arte di formare persone”, che riflette una filosofia educativa che va oltre le materie accademiche. Fin da piccoli i bambini sanno bene che se mettono degli oggetti in disordine poi dovranno risistemare tutto, non solo quando si trovano a scuola ma anche a casa. Si tratta di un approccio educativo che affonda le sue radici nella storia giapponese, quando nel periodo Edo (1603-1868) la classe dei samurai istituì scuole per promuovere autodisciplina ed etica.
Un’altra pratica significativa è il “taiken-shu”, un’esperienza di insegnamento che permette ai ragazzi di mettersi nei panni degli insegnanti. Per un breve periodo, gli studenti assumono il ruolo di docenti, gestendo una classe e insegnando ai loro compagni. Si tratta di un’attività che li aiuta a comprendere le sfide e le responsabilità dell’insegnamento, oltre a sviluppare un’empatia profonda verso i loro insegnanti e i loro compagni di classe.
Nelle scuole del Giappone la mensa ha un ruolo centrale e diventa parte integrante della giornata e della disciplina scolastica. Non si limita a essere un ambiente comune in cui condividere il pranzo, ma una sorta di piccola organizzazione aziendale in cui ci si divide compiti e responsabilità sin da piccoli. Gli studenti di tutte le età, infatti, sono abituati sin da piccolissimi a rimboccarsi le maniche e a predisporre tutte le attività necessarie a consumare e a servire il pranzo, dall’apparecchiare il banco, a servire il cibo ai compagni. Questo momento si trasforma così in un’occasione di grande crescita educativa.
Se in Giappone i bambini di sei anni camminano poi da soli per andare a scuola, attraversando strade trafficate o prendendo mezzi pubblici, in Italia, secondo una ricerca ISTAT del 2022, solo il 15% dei bambini italiani si reca a scuola in autonomia, mentre la maggior parte viene accompagnata in auto dai genitori. Si tratta di una tendenza che riflette un senso diffuso di insicurezza: il 70% delle famiglie teme per l’incolumità dei propri figli, preoccupandosi per il traffico o le aggressioni.
L’esempio del Giappone dal punto di vista dell’impegno dei bambini nel riordinare la classe è probabilmente il più conosciuto. In Italia esistono però le basi pedagogiche per attuare un modello simile a quello del Giappone, ovverto il metodo Montessori, con il quale i bambini vengono invitati a partecipare in modo pratico alla vita della scuola e della casa, a partire dai piccoli lavori domestici o apparecchiare o a sparecchiare la tavola al momento del pranzo.
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