Tutti pazzi per le crociere, ma si rischia di respirare aria inquinata

È quanto sostiene un rapporto dello studioso Ryan David Kennedy della John Hopkins Bloomberg School of Public Health. Il livello di inquinamento dell’aria sui ponti delle navi è paragonabile a quello di città come Pechino o Santiago del Cile

Sei un amante delle crociere? Allora sappi che si tratta di una passione che potrebbe non essere troppo positiva per la tua salute. È quanto sostiene il rapporto realizzato da Ryan David Kennedy, studioso della John Hopkins Bloomberg School of Public Health, negli Stati Uniti, pubblicato lo scorso gennaio. Secondo lo studio, l’aria che si respira sulle navi da crociera sarebbe infatti così inquinata da mettere a rischio la salute dei passeggeri. Un dato che potrebbe interessare i 26.7 milioni di persone al mondo che nel 2017 hanno fatto una crociera, numero che continua a crescere (dal 2011 al 2016 l’incremento è stato del 21%).

 

I passeggeri di una nave da crociera

I passeggeri di una nave da crociera. Ph: Ict

 

Il ricercatore ha raccolto segretamente per due anni dati sulle concentrazioni di particolato sui ponti di 4 navi della Carnival Corporation, il più grande operatore al mondo nel settore delle crociere – la Carnival Liberty, la Emerald Princess, la Carnival Freedom e la Holland America ms Amsterdam –, sia da ferme che in movimento, ed ha rilevato un livello d’inquinamento comparabile a città come Pechino e Santiago del Cile. In particolare, alle spalle delle ciminiere delle navi le concentrazioni di particolato fine e ultrafine segnavano valori tra 0,02 ed 1.0 micrometri, dunque oltre la soglia di rischio che considera pericolose le concentrazioni dai 10 micrometri in giù.

 

Il fumo che esce da una ciminiera di una nave da crociera

Il fumo che esce da una ciminiera di una nave da crociera. Ph: Jim Walker (ricevuta da un passeggero)

 

Lo studio è stato commissionato dall’associazione ambientalista Stand.earth, la quale sostiene che “l’uso che l’industria navale fa degli oli combustibili pesanti tossici è una questione di grave preoccupazione per il nostro clima e per la salute dei passeggeri e di chi lavora sulle navi”. Per questo nel dicembre 2016 ha lanciato una campagna per cambiare l’industria navale e convincere Carnival Corporation a utilizzare “navi pulite”, cioè a basso livello di inquinamento, e diventare così un leader ambientale, che funga da esempio per gli altri operatori del settore.

 

 

Già uno studio epidemiologico del 2007 (“Mortality from ship emissions: a global assessment”, di Corbett, Winebrake, Green, Kasibhatla, Eyring e Lauer) aveva dimostrato che fino a 60mila morti all’anno per malattie polmonari e cardiovascolari sono sono attribuibili al particolato emesso dai motori delle navi, in particolare in riferimento alle zone costiere, ma nessuno studio scientifico era mai stato fatto sull’inquinamento sui ponti delle navi da crociera prima di quello di Kennedy. Che dimostra come, mentre le navi sono in mare, le concentrazioni di particolato sono molto alte nelle aree a poppa delle ciminiere. Dove spesso si concentrano le attività ricreative dei croceristi.

 

Foto di copertina: Moss and Fog

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