Veneto 100% sostenibile entro il 2050: uno studio dimostra che è possibile

Cambiare il modo di spostarsi, di consumare, di produrre e di abitare. Il report Veneto 100 x 100 sostenibile traccia la strada (e un modello utile a tutti), per azzerare le emissioni di CO2, puntando su efficientamento degli edifici, mobilità elettrica ed energie rinnovabili.

Un vademecum da leggere, prendere a modello e mettere possibilmente in pratica con tempestività. Questo il compito affidato al report Veneto 100% sostenibile, rinnovabile, efficiente, presentato a Padova lo scorso 5 ottobre.

Lo studio risponde agli obiettivi indicati dagli accordi sul clima di Parigi 2015 di contrastare i cambiamenti climatici, contenendo il riscaldamento delle temperature sotto 1,5° C, entro il 2050. E lo fa attraverso un’approfondita analisi degli ambiti cruciali di questa sfida e con proposte concrete, orientate verso la conversione a un’economia a basse emissioni di carbonio.

Il risultato è la traccia di uno scenario possibile, in grado di portare il Veneto a una copertura 100% rinnovabile entro la deadline del 2050.

L’analisi scientifica è stata condotta da un team di 27 docenti e ricercatori del Centro Studi di Economia e Tecnica dell’Energia Levi Cases dell’Università di Padova. A incaricarli il Gruppo del Partito Democratico del Consiglio Regionale del Veneto, che ha chiesto loro di verificare la praticabilità della sfida “azzera CO2” nel contesto del Veneto.

Il report è stato messo a disposizione di tutta la comunità e di chiunque sia interessato a contribuire a contrastare il riscaldamento globale.

 

Le tre traiettorie dello studio

L’analisi parte dal presupposto che la transizione energetica rappresenti la nuova frontiera delle politiche locali e che città e comuni siano attori fondamentali nella svolta verso la decarbonizzazione. Un impegno che non è più possibile rimandare, tenendo ben presente che “i prossimi cinque anni saranno decisivi per tracciare la rotta e scrivere le nuove regole del “gioco” energetico”.

Per dare inizio a questa svolta, arrivando a zero emissioni di CO2 entro il 2050 e a una completa sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili, le traiettorie indicate dallo studio sono: l’efficientamento energetico degli edifici, la mobilità elettrica intelligente e condivisa e una forte spinta delle energie rinnovabili.

Secondo il report, se oggi per scaldarsi e muoversi le persone si affidano soprattutto a combustibili fossili, utilizzando case e auto che sprecano più del 70% dell’energia che consumano, domani dovranno attingere necessariamente a fonti rinnovabili (fotovoltaico in primis), case coibentate e mobilità elettrica e condivisa.

Per citare uno dei dati più significativi, lo scenario proposto (al netto dei consumi del settore industriale) prevede che i consumi energetici per riscaldamento e trasporti si riducano dai 7,6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) del 2017 a 3,9 nel 2050.

Un discorso che vale per il Veneto, ma che può essere considerato un modello generale di riferimento per tutti.

Efficienza energetica degli edifici

La riqualificazione energetica del patrimonio edilizio è considerata una delle chiavi decisive verso l’azzeramento della CO2.

Per avere un quadro della situazione attuale basti dire che le case consumano il 30% di tutta l’energia del Veneto e che oltre l’80% degli edifici residenziali (poco più di un milione) sono definiti dei veri e propri “colabrodo energetici”, dove la maggior

parte del calore o dell’aria climatizzata sfugge attraverso le pareti, gli infissi, il tetto. Uno spreco che regala ai veneti il poco ambito primato di pagare la bolletta energetica più alta d’Italia (mediamente 1592 euro/anno).

La ricaduta non è solo economica, ma anche ambientale, visto che il riscaldamento è responsabile della produzione del 21% della CO2 emessa e del 64% delle polveri sottili prodotte.

 In questo contesto il report indica come la partita si giochi soprattutto sul tema della rigenerazione di quanto è già stato costruito. Uno sforzo che richiederebbe innanzitutto una revisione della  legge 49/2019, per un nuovo regolamento edilizio regionale per edifici a zero emissioni; e che comporterebbe un investimento di circa 20 miliardi di euro in 30 anni. Tenendo presente che, in base alle norme attuali, il 65% di tali costi potranno essere recuperati dai cittadini tramite la detraibilità fiscale.

 

La mobilità elettrica, intelligente e condivisa

 Il trasporto è responsabile dell’emissione del 28% della CO2 (8mila tonnellate all’anno) e del 14% delle polveri sottili.

Il cambiamento del sistema dei trasporti è la seconda chiave di volta della transizione energetica e può avvenire secondo due linee evolutive: la sostituzione dei motori a combustione con quelli elettrici e la diffusione della mobilità condivisa, collettiva, ciclabile e pedonale.

Passaggi che porterebbero a una riduzione del 70% dei consumi di energia per trasporto e che secondo gli analisti sono raggiungibili attraverso diverse azioni. Tra queste vengono suggeriti l’ abbassamento del prezzo dei veicoli elettrici e la diffusione delle infrastrutture di ricarica, un incremento delservizio ferroviario regionale con cadenza di almeno 30’, con intervalli di 10/15’ nell’area metropolitana centrale veneta e nuove politiche per la mobilità condivisa e intelligente soprattutto nelle aree urbane, che spostino il 30% dei viaggi da auto private a servizi di sharing.

 

Energie rinnovabili, una transizione necessaria

 Nelle previsioni di Veneto 100% sostenibile nel 2050 i veneti avranno bisogno del doppio dell’energia attuale.

Ecco perché gli analisti sottolineano l’importanza che l’energia elettrica diventi il vettore principale e che quell’energia elettrica sia prodotta da fonti rinnovabili.

 A questo proposito è stato fatto uno studio dei potenziali delle fonti rinnovabili, con riferimento a fotovoltaico, idroelettrico, eolico, biogas e biometano, biomasse e geotermia.

Le conclusioni identificano nel fotovoltaico la tecnologia con maggior potenzialità di espansione in Veneto.

Esso oggi copre il 24.7% della produzione rinnovabile della regione e, secondo le stime, entro il 2050 sarà necessario moltiplicare per 8 volte l’attuale potenza fotovoltaica installata, occupando con le centrali circa 12.000 ettari di superficie, pari allo 0,65% del territorio regionale.

Per far fronte a questa esigenza si ipotizza un grande piano finalizzato a costruire il “polmone solare” del Veneto, in grado di recuperare aree dismesse e di prevedere parcheggi fotovoltaici e discariche per lo smaltimento.

Per approfondire tutti questi temi è possibile richiedere una copia del report e della sua sintesi sul sito ufficiale.

 

 

Alice Zampa

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