14 Agosto 2019 3 min di lettura
L’innovazione dell’IIT di Pisa: un albero ibrido che, grazie all’elettrificazione a contatto, può produrre fino a 150 Volt d’energia
14 Agosto 2019 3 min di lettura
Tecnicamente si chiama “elettrificazione a contatto” ed è un meccanismo che si attiva sulle piante. Anzi, su un oleandro. “Oleandro Nerum” è una pianta molto speciale: può generare fino a 150 Volt d’energia, una quantità sufficiente per alimentare, allo stesso tempo, cento lampadine a LED. Possibile? Sì, grazie al progetto ideato dai ricercatori Fabian Meder e Barbara Mazzolai, indicata dalla comunità scientifica RoboHub, come una delle 25 donne più influenti nel settore della robotica nel 2018. Per il Centro di Micro-Bio Robotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Pontedera (Pisa), la coppia Meder-Mazzolai ha descritto l’innovazione sulle pagine della rivista scientifica Advanced Functional Materials, presentandola come la nuova frontiera dell’energia sostenibile, un sistema eolico davvero “green”. «Recentemente – scrivevano Mazzolai e Meder il 24 ottobre 2018 – è stato scoperto che il doppio strato del tessuto cellulare cuticolare nelle foglie delle piante superiori funziona come una coppia di conduttori del generatore triboelettrico integrato, in grado di convertire gli stimoli meccanici in elettricità».
Il primo “albero ibrido” è arricchito con foglie artificiali in grado di convertire in elettricità la forza meccanica innescata dal vento. Attraverso un processo di “elettrificazione a contatto” appunto, le cariche elettriche vengono raccolte sulla superficie delle foglie e poi trasmesse al resto della pianta dal tessuto vegetale, che in pratica si comporta come un vero e proprio cavo. La ricerca dell’Istituto italiano di tecnologia dimostra che tutte le volte che oscilla una foglia al vento, la tensione prodotta può superare addirittura la soglia di 150 Volt, quanto basta per alimentare simultaneamente 100 lampadine a LED. L’energia elettrica prodotta può così essere utilizzata collegando una presa elettrica allo stelo della pianta.
“Oleandro Nerum” può rappresentare il primo tassello di un sistema eolico “verde” replicabile anche su scala più ampia, sfruttando magari la chioma di un albero o di un’intera foresta. Un modo per distribuire energia elettrica in modo facile e accessibile. Meder e Mazzolai scrivono sempre sulle pagine di Advanced Functional Materials che «la conversione dell’energia può essere utilizzata per pilotare direttamente i diodi ad emissione luminosa, caricare un condensatore e raccogliere energia eolica con la promessa di nuove fonti di energia provenienti dal mondo vegetale».
Il Centro di Micro-Bio Robotica, guidato da Barbara Mazzolai, è specializzato nello sviluppo di metodi, materiali e tecnologie robotiche innovativi ispirati al mondo biologico. Nel 2012 Mazzolai ha ideato il primo robot pianta al mondo per “Plantoid”, un progetto finanziato dall’Unione europea. La “scoperta” dell’oleandro ibrido è il punto di partenza per un altro progetto europeo denominato Growbot: l’obiettivo è realizzare robot bioispirati che, muovendosi come delle vere e proprie piante arrampicanti, si adattano all’ambiente circostante in un’ottica di smart cities. Un progetto che ha ricevuto un finanziamento dell’UE pari a sette milioni di euro per i prossimi quattro anni.
ph cover: www.improntaunika.it
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