Tra le fonti rinnovabili sarà elemento chiave per la ripresa economica
Il settore eolico ha dimostrato una grande capacità di reagire davanti all’emergenza sanitaria ed ora è più forte grazie anche all’impegno di molti governi nel rendere l’energia rinnovabile parte centrale dei pacchetti di ripresa economica. Cosa si prevede per il futuro di questa energia green?
Nonostante la crisi generata dall’emergenza sanitaria del Covid-19, l’energia eolica si conferma una delle fonti energetiche più attive a livello mondiale. Tra le fonti energetiche rinnovabili, quella eolica è una delle più importanti, anche in Italia dove la transizione energetica è una prassi in via di definizione.
Secondo il rapporto di WindEurope, ‘Wind energy and economic recovery in Europe’, diffuso in Italia dall’Anev (Associazione nazionale energia del vento), il settore eolico ha creato fino ad oggi 300mila posti di lavoro, tagliando 118 milioni di tonnellate di Co2 nel 2019, con una potenza installata di 197 GW.
Il presidente ANEV Simone Togni sottolinea che “la riconversione dell’economia in chiave verde è un processo già in atto e l’eolico fa parte di questo fenomeno. Il settore eolico ha un obiettivo di potenza pari a quasi 20 GW e sta al Governo eliminare gli ostacoli burocratici che negli anni hanno frenato lo sviluppo del settore, dando così la possibilità di realizzare fino a ben oltre 40 TWh di energia pulita“.
L’analisi di WindEurope arriva anche a fornire un possibile scenario intermedio al 2030, con un fatturato stimato sui 42 miliardi e una capacità di 324 Gw, portando le emissioni risparmiate a 218 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Una prospettiva che riguarda anche l’Italia, dove l’eolico crea ogni anno un flusso finanziario di circa 3,5 miliardi di euro fra investimenti diretti e indiretti e conta oltre 27mila addetti.
Secondo le stime dell’Anev qualora si installassero i 19.300 Mw di impianti eolici previsti dal Pniec (Piano Nazionale Energia e Clima), si contribuirebbe a incrementare l’occupazione con 67.200 posti di lavoro, distribuiti in buona percentuale nel Meridione.
Il futuro dell’eolico? È senza pale: il progetto Vortex Bladeless
Il First Trust Global Wind Energy ETF, unico fondo d’investimento a gestione passiva dedicato all’industria eolica mondiale, ha registrato nel 2020 guadagni per oltre il 44%. Mentre iShares Oil & Gas Exploration & Production UCITS ETF che traccia la performance delle società globali coinvolte nella produzione di petrolio e gas, è diminuito di quasi il 30%.
In Germania, secondo i dati preliminari dell’agenzia di rete federale (BNetzA) e del think tank Agora Energiewende, l’eolico, il solare fotovoltaico e le altre fonti rinnovabili hanno superato i combustibili fossili nella produzione di energia tedesca e che l’energia eolica, da sola, ha prodotto più elettricità delle centrali a lignite e carbone del paese.
Nel tentativo di raggiungere il suo ambizioso obiettivo di azzeramento delle emissioni nette di anidride carbonica, la Cina sta cercando di ridurre le emissioni sostituendo i combustibili fossili con le energie rinnovabili.
Il Paese ha promesso di aumentare la quota di combustibili non fossili nel consumo di energia primaria a circa il 25% entro il 2030 e di portare la sua capacità totale installata di energia eolica e solare a più di 1,2 miliardi di kilowatt (kW).
H2RES è il nome del progetto dimostrativo danese di idrogeno verde prodotto da eolico offshore. Ad occuparsi del progetto la società danese Orsted. L’impianto di produzione entrerà in funzione entro la fine del 2021 con una produzione giornaliera di 1000 kg del vettore energetico per l’alimentazione del trasporto su strada, autobus, camion e potenzialmente taxi.
“Consideriamo l’idrogeno rinnovabile e altri combustibili sostenibili, delle pietre miliari per raggiungere le zero emissioni nette al 2050″, ha spiegato Martin Neubert, Vicepresidente esecutivo e CEO di Ørsted Offshore. “H2RES contribuirà attraverso insegnamenti chiave a trasformare gli ambiziosi obiettivi europei nell’idrogeno pulito in un successo industriale”.
L’iniziativa ha ricevuto 34,6 milioni di corone danesi (4,6 milioni di euro) dall’Energy Technology Development and Demonstration Program (EUDP) della Agenzia nazionale per l’Energia.
Secondo i partner le risorse eoliche offshore, praticamente illimitate, sono ideali per alimentare l’elettrolisi dell’acqua. Il progetto servirà soprattutto a studiare come combinare al meglio un elettrolizzatore con l’alimentazione fluttuante dell’eolico in mare, sfruttando due turbine da 3,6 MW.
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