8 Novembre 2018 5 min di lettura
Un'analisi completa della qualità dell'aria del capoluogo lombardo e le nuove norme per combattere l'inquinamento atmosferico
8 Novembre 2018 5 min di lettura
Quando in Italia si parla di inquinamento atmosferico viene spontaneo e immediato pensare alle città della pianura padana e in particolare alle metropoli come Milano, collocate in una regione che a causa di condizioni meteorologiche spesso sfavorevoli alla dispersione degli agenti inquinanti è molto soggetta a questo fenomeno.
Determinare la qualità dell’aria è possibile controllando la concentrazione e la natura degli inquinanti presenti grazie a misure periodiche, in diverse condizioni climatiche, e valutandone l’impatto sulla base delle norme in vigore sulla qualità dell’aria stessa.
Prima di tutto è importante stabilire quali siano gli inquinanti presi in esame per determinare la qualità dell’aria:
Numerose analisi dell’AMAT, Agenzia Mobilità Ambiente Territorio, hanno osservato che la riduzione più significativa si è avuta per il biossido di zolfo, che si è ridotto di circa cinquanta volte rispetto alle concentrazioni medie annuali negli anni Settanta, mentre la concentrazione di biossido di azoto si è ridotta di circa la metà dal 1997. Unico inquinante con tendenza negativa è l’ozono: la sua concentrazione media annuale del 2016 è circa il 50% più alta rispetto a quella degli anni Ottanta.
Le polveri sottili, l’insieme delle sostanze sospese in aria sotto forma di aerosol atmosfericosi così denominate per la loro dimensione e particolarmente pericolose per la salute umana, si sono invece ridotte di circa la metà dagli anni precedenti al 1992.
I valori ancora alti di inquinanti che spesso superano i livelli di salvaguardia previsti dalle normative sembrano affermare che le iniziative intraprese abbiano portato a scarsi risultati, ma non è proprio così: anche se il biossido di azoto e l’ozono rendono ancora la situazione critica, la ricerca e i progressi nella conoscenza dei fenomeni di formazione di tali inquinanti e le politiche di qualità dell’aria favoriscono l’introduzione di nuovi sistemi per ridurre le emissioni inquinanti, e le iniziative sui combustibili per il riscaldamento, attuate a partire dagli anni ‘70, hanno permesso di ridurre le altissime concentrazioni di biossido di zolfo: le politiche regionali hanno spinto molto per la metanizzazione degli impianti di riscaldamento raggiungendo il 90% delle case private dei lombardi. L’olio combustibile (nafta) è stato vietato per impianti di riscaldamento civile a meno di 10 MW in tutta la regione lombardia da d.G.R. 10858/2009 e L.R.n11/2010, mentre il gasolio è vietato nelle zone critiche da d.G.R. 13858/2003. Altre limitazioni sono state imposte per l’utilizzo della legna per il riscaldamento da d.G.R n.3024/2006 (Engelmann, Trentini 2013).
La situazione della qualità dell’aria, espressa come media annuale, in confronto ai limiti moderni è appena più critico in confronto ai limiti di fine anni Novanta: le concentrazioni di inquinanti sono mediamente diminuite, ma l’introduzione di limiti più bassi, frutto dell’avanzamento degli studi scientifici, rende la situazione comunque critica.
Stando ai dati già analizzati, non ci si sorprende quando dall’elaborazione fatta da Legambiente, sulla base dell’ultimo report del 2016, emerge che la città di Milano, insieme a quelle di Napoli e Torino, è in testa alla classifica delle città europee più critiche per lo smog, con una media annuale di polveri sottili di circa 37 microgrammi per metro cubo e 97 giorni di livello di inquinamento atmosferico illegale.
Ma non si resta neanche indifferenti alla notizia che a causa dell’inquinamento da biossido di azoto muoiano ogni anno a Milano quasi 600 persone, notizia che emerge dallo studio eseguito da Cittadini per l’aria Onlus, risultato del progetto di scienza partecipata “NO2, No grazie. Stop ai diesel in città” al quale hanno aderito moltissime associazioni e cittadini.
La situazione della qualità dell’aria del capoluogo lombardo, e di tutte le zone limitrofe, è destinata a rimanere critica se lo sviluppo tecnologico non verrà coadiuvato da una politica che sappia affrontare in maniera più decisa il problema e da un cambio di mentalità della società.
Per questo tantissime sono le misure comunali e regionali che sono state attuate e verranno attuate per contrastare il pericolo degli inquinanti e dei loro effetti sulla salute umana. Le nuove misure anti-inquinamento decise con un decreto della Giunta Regionale della Lombardia, sono giunte alla fase operativa e si dividono in:
Sono state estese a tutto l’anno le limitazioni permanenti per gli autoveicoli Euro 0 benzina e diesel, le Euro 1 e 2, mentre il blocco delle Euro 3 è scattato a partire dal 1 ottobre nei 209 Comuni ad alto rischio d’inquinamento.
A partire poi dal 21 gennaio prossimo verranno accese le prime telecamere della Low emission zone, l’anello intorno ai confini di Milano che vieterà la circolazione a tutti i veicoli Euro 0, 1, 2 e 3 diesel dal lunedì al venerdì. All’inizio saranno attive solo le prime 12 telecamere, anche se le multe per le auto inquinanti che entreranno in città, e vi circoleranno, scatteranno da subito.
®Eco_Design WebMagazine
Agisci per l’ambiente di oggi e di domani, con la tessera anter.
Iscriviti
Continua con