Rifiuti, in arrivo i robot autonomi per ripulire i fondali marini

Ecco in come funziona il progetto SeaClear finanziato dall'UE

Sfruttare robot autonomi per la raccolta dei rifiuti nei fondali: l’idea del progetto SeaClear  che mira a raccoglierli con una percentuale di successo del 90% e tutto questo a un costo ridotto del 70% rispetto ai subacquei.

 

Negli oceani si sono più di 60milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa il 90% si trova sul fondo del mare. Finora gli sforzi di raccolta si sono concentrati principalmente sui rifiuti di superficie, focalizzandosi su subacquei umani per il recupero dei rifiuti sottomarini.

Il progetto SeaClear, “Search, Identification, and Collection of Marine Litter with Autonomous Robot“, mira a sviluppare robot autonomi per la pulizia dei rifiuti dal fondo marino ed è finanziato da HORIZON 2020.

Il progetto SeaClear, finanziato dall’UE, sta sviluppando robot autonomi per la raccolta di rifiuti sott’acqua utilizzando nuovi sistemi di mappatura, classificazione e raccolta dei detriti. 

Bart De Schutter del Center for Systems and Control dell’Università tecnica di Delft,  titolare del progetto, spiega che attualmente i subacquei puliscono questi rifiuti dai fondali marini, soprattutto nelle zone turistiche. Ma questa è una soluzione costosa e a volte può rappresentare un pericolo per i subacquei“. 

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Il sistema SeaClear è costituito da una nave di superficie e due robot subacquei: uno leggermente più piccolo e uno di osservazione.  Scansionando il fondale marino con una fotocamera e un sonar, un robot mappa dove si trovano i rifiuti e che tipo di rifiuti  sono, distinguendo le frazioni di scarto dagli esseri viventi, come pesci e alghe.

Per distinguere accuratamente tra mondi animati e inanimati, vengono utilizzati algoritmi avanzati. Dopo che il robot di osservazione ha riconosciuto i rifiuti, invia questi dati all’altro robot subacqueo dotato di pinza. Questo  si reca alla frazione di rifiuto individuata, la preleva con una pinza e la ripone in un  cesto. Il manico è progettato con una speciale struttura di sicurezza, in modo che il pesce possa facilmente scappare se viene accidentalmente raccolto.

La pinza era il componente hardware più difficile da sviluppare, ma anche quello è pronto. I ricercatori dell’Università tecnica di Monaco hanno costruito un prototipo, quindi ora possiamo davvero iniziare a testare l’intero sistema“, afferma De Schutter.  Il progetto verrà applicato in tre aree pilota in cui verrà installato un sistema robotico autonomo: il primo per pulire il porto nel porto di Amburgo, il secondo nell’area turistica di Dubrovnik , nei pressi dell’isola di Lokrum e il terzo nell’area della baia di Mali Ston.

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Il sistema mira a rilevare e classificare i rifiuti sottomarini con una percentuale di successo dell’80% e raccoglierli con una percentuale di successo del 90%; tutto questo a un costo ridotto del 70% rispetto ai subacquei.

La fattibilità di SeaClear è completata da una strategia di valorizzazione e diffusione che coinvolge attivamente scienziati, parti interessate del settore pubblico e industriale e hub di innovazione digitale.

 

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