
Tra i cibi più sprecati ci sono frutta fresca e pane. I dati dell’Osservatorio Waste Watcher.
Lo spreco alimentare, almeno in Italia, è purtroppo in crescita. Secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher, nell’ultimo anno abbiamo sprecato quasi il 10% in più di cibo di un anno fa. Ognuno di noi è passato cioè da 566 g a settimana di un anno fa a 618 g, ossia oltre 200 grammi in più di cibo buttato ogni mese. La maggior parte degli italiani adotta strategie anti-spreco: il 60% verifica i cibi prossimi alla scadenza o li congela, mentre il 56% assaggia il cibo scaduto e lo utilizza se è ancora buono. Tuttavia, afferma l’analisi Waste Watcher, solo l’11% dona il cibo in eccesso e il 28% chiede di portare a casa gli avanzi dal ristorante.
Nonostante l’aumento dello spreco negli ultimi 3 anni, il 94% degli italiani ritiene di essere attento alla questione. Il 63% butta cibo al massimo una volta alla settimana, il 20% lo fa 3-4 volte a settimana e il 14% quasi ogni giorno.
“Gli sprechi maggiori si registrano nelle case più che nei ristoranti o nella distribuzione. Il 70% si spreca in famiglia“, afferma il professor Andrea Segrè, direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher-Campagna spreco zero.
Cosa fare allora per ridurre gli sprechi? Sempre secondo il rapporto, il 50% degli italiani è disposto a consumare prima il cibo prossimo alla scadenza, il 45% a congelarlo, il 40% a utilizzare il cibo scaduto se ancora buono, il 37% a valutare le quantità prima di cucinare, e il 32% a fare la lista della spesa e comprare frutta e verdura di stagione.
La Campagna Spreco Zero, lanciata da Last Minute Market, ha introdotto lo “Sprecometro”, un app che ogni giorno misura non solo lo spreco del cibo, ma anche l’ impronta ambientale, lo spreco dell’acqua nascosta e le emissioni correlate al cibo gettato. Misurando la perdita economica, l’impronta carbonica e l’impronta idrica, Sprecometro propone, in base ai risultati della rilevazione, contenuti educativi, schede e altri materiali fini a ridurre gli sprechi e a proporre delle diete sane.
Tra i cibi più sprecati, secondo il Rapporto “Il Caso Italia”, su fonte Waste Watcher International con Università di Bologna/Distal su elaborazione Ipsos, ci sono:
Il costo del solo spreco alimentare domestico è di 8,242 miliardi di euro. Il 58,55% del costo dello spreco di filiera arriva dalle nostre case, mentre il 28,5% nelle fasi di commercializzazione del cibo.
Le aree italiane in cui si spreca più cibo: Sud (+17%) con 713,8 grammi pro capite settimanali, a seguire Centro (+15%) con 640,1 grammi pro capite settimanali, le stesse aree dove si spreca più cibo nelle case (+16%, +4%). Più virtuosi, invece, nel Nord Italia, con uno spreco medio di 526,4 grammi per cittadino settimanali. Nei piccoli centri (fino a 30.000 abitanti) si spreca il 12% di cibo in più, le famiglie senza figli sprecano il 16% di cibo in più e le fasce socialmente svantaggiate sprecano addirittura il 26% di cibo in più.
Altri consigli per sprecare meno:
1. Compra solo quello di cui hai bisogno;
2. Impara la differenza tra “da consumare entro” e “preferibilmente entro”;
3. Usa quello che hai;
4. Evita di servire porzioni troppo abbondanti;
5. Riutilizza gli avanzi quando possibile.
Oltre questo, è importante, educare i più piccoli a una alimentazione sana, corretta e senza sprechi. L’ “Orto in Condotta”, ad esempio, è un progetto di SlowFood che prevede percorsi formativi per gli insegnanti e attività di educazione alimentare per gli studenti.
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