Una pellicola solare per produrre energia

Arriva da un laboratorio australiano l’ultima importante scoperta nel campo delle rinnovabili. Si tratta di una pellicola solare flessibile, da applicare su finestre e cellulari e in grado di generare energia con un’efficienza senza precedenti

Il futuro del settore energetico sarà sempre più “rinnovabile”. Lo dicono gli analisti e lo confermano i mercati. Per il bene del pianeta e della salute di tutti. Fondamentale in questo percorso diventa, dunque, la ricerca di tecnologie innovative e sempre più efficienti.

Per fortuna i risultati non mancano. L’ultimo arriva dall’Australia e riguarda una pellicola solare flessibile, in grado di essere applicata su finestre, finestrini delle auto e persino sugli schermi dei cellulari.

Recentemente avevamo illustrato anche i risultati  raggiunti dall’Università del Massachusetts, dov’è stato perfezionato un dispositivo che riesce a produrre elettricità dall’aria, sfruttando l’umidità atmosferica; o le scoperte della City University di Hong Kong, che ha sviluppato un generatore di elettricità in grado di funzionare con semplici gocce d’acqua. Tutti esempi di come la ricerca si stia muovendo davvero ad ampio raggio.

 

I vantaggi della pellicola solare flessibile

Veniamo ora alla nuova pellicola solare messa a punto questa volta dal team del professor Lianzhou Wang, specialista di ingegneria dei materiali, operativo presso l’Australian Institute for Bioengineering and Nanotechnology (AIBN) dell’Università australiana del Queensland.

Gli studiosi del suo laboratorio sono infatti riusciti a ottenere un nuovo record mondiale di conversione da energia solare a elettricità, attraverso celle solari a punti quantici.

I vantaggi illustrati sarebbero molteplici: essa può essere applicata anche a superfici curve, funziona anche in condizioni di scarsa luminosità e può produrre elettricità, catturando una gamma più ampia di luce, inclusa quella artificiale.

“Il miglioramento del 25% circa dell’efficienza che abbiamo ottenuto rispetto al precedente record mondiale è importante”, sottolinea Wang, indicando anche i possibili sviluppi commerciali di questa tecnologia innovativa. “Questo apre una vasta gamma di potenziali applicazioni, inclusa la possibilità di usarla come pellicola trasparente per alimentare auto, aerei, case e tecnologia indossabile”.

Come funzionano queste celle solari

Le nuove celle solari funzionano generando una corrente elettrica dalla luce, attraverso nano particelle di materiali semiconduttori (chiamate punti quantici). Il loro vantaggio è che mentre “le tecnologie solari convenzionali utilizzano ancora materiali rigidi e costosi, la nuova classe di punti quantici è flessibile e stampabile”, afferma il professore, sottolineando come ciò si traduce in una maggiore convenienza su larga scala.

Occorre precisare che i “punti quantici” – pur suonando come qualcosa di fantascientifico ai non addetti ai lavori – sono in realtà componenti fondamentali e comuni della tecnologia di uso quotidiano (per esempio sono presenti nell’illuminazione a LED e all’interno delle TV QLED).

 

Una tecnologia innovativa per dare slancio alle rinnovabili

Questi studi vanno nella direzione indicata dall’Onu e in particolare con l’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 7, che parla di “Energia pulita e accessibile a tutti”.

A sottolinearlo anche Wang che riferendosi alla nuova tecnologia spiega: “Alla fine potrebbe svolgere un ruolo importante nel raggiungere l’obiettivo delle Nazioni Unite di aumentare la quota di energia rinnovabile nel mix energetico globale”.

Orgoglioso dei risultati anche il vice cancelliere e presidente della UQ, il professor Peter Høj, che si è pubblicamente congratulato con il team del laboratorio. “Il mondo ha bisogno di ridurre rapidamente le emissioni di carbonio e questo richiede che investiamo molto di più nella ricerca per migliorare le tecnologie di generazione di energia esistenti e svilupparne di nuove”.

I risultati della ricerca del professor Wang sono stati pubblicati sul Journal Nature Energy e resi disponibili sul sito dell’Università.


Alice Zampa

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