Dall'artigianato alla ripiantumazione degli alberi
Dare nuovo vita ad alberi sradicati da una terribile tempesta. Da qui parte il progetto di rinascita e sostegno alle comunità locali, VAIA, che con il suo amplificatore creato dai legni recuperati vuole ridare vira a quel territorio e rimarginare una ferita ancora aperta.
Il 28 ottobre del 2018 più di 42 milioni di alberi furono abbattuti dalla tempesta Vaia, un vero e proprio disastro che colpì più pesantemente il Nord-Est d’Italia, soprattutto l’area montana tra Veneto e Trentino Alto Adige. Una delle tragedie ambientali più devastanti, un’inevitabile conseguenza dei cambiamenti climatici in atto.
“Il giorno dopo la tempesta non potevamo più andare nei boschi, nei luoghi che conoscevamo sin da piccoli. Ho pensato che era il momento di fare qualcosa: dovevamo dare vita a questi legni caduti per creare un oggetto e raccontare quel territorio“. Da qui parte l’idea di Federico Stefani, un ragazzo trentino, insieme a due amici dell’università, Giuseppe e Paolo: nasce così Vaia Cube, una cassa passiva prodotta con il legno degli alberi sradicati dalla furia di quella tempesta.
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L’obiettivo della startup è quello di realizzare oggetti valorizzando le materie prime provenienti proprio da luoghi colpiti da calamità naturali, oggetti che raccontano la storia della rinascita di un territorio.
In Europa più di 4 alberi su 10 sono a rischio estinzione
Vaia Cube è un’amplificatore naturale di suoni, pensato come qualcosa che “potesse amplificare, attraverso una metafora, la storia di quei posti“, spiega Federico. Spaccando con un’ascia la cassa, fatto all’esterno di abete e all’interno di larice, gli artigiani hanno dato vita ad un oggetto unico e irrepetibile, una linea diversa per ogni pezzo creato, una ferita per ciascun albero andato perso durante la tempesta.
“Vi invito ad andare in quei luoghi in Trentino, Lombardia, Veneto, Friuli: in un anno e mezzo sono stati raccolti circa il 40% degli alberi caduti ma il 60% è ancora lì. Riusciremo a ripiantare le foreste rispettando l’ecosistema ma ci vorrà del tempo per ripristinare ciò che andato perso“, spiega il fondatore della startup. Si tratta di un disastro ambientale tra i più grandi degli ultimi 50 anni in tutta Europa.
Smog: dieci alberi contro l’inquinamento
Per ogni cubo venduto la startup pianta un nuovo albero. L’ultimo evento si è tenuto il 25 ottobre, a due anni dalla tempesta Vaia. Sull’altopiano di Piné gli alberi messi a dimora sono stati 727, un numero simbolico che coincide con il numero esatto di giorni trascorsi dal distruttivo passaggio della tempesta.
Il COVID ha rallentato l’attività “ma per il 2021 organizzeremo anche eventi volti a rafforzare la responsabilità sociale e aziendale per celebrare la rinascita delle nostre montagne” spiega il co-fondatore Paolo Milan. L’obiettivo è quello di piantare 50mila alberi entro la fine del 2021.
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Ad oggi la startup, che ha venduto oltre 15mila prodotti, ha piantato 5mila alberi nelle valli di Veneto e Trentino. La startup si propone di contribuire al passaggio da un’economia verticale a una circolare, generando così benefici per l’intero ecosistema.
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