Africa, il progetto della “Grande Muraglia Verde” per contrastare l’emergenza climatica

Ripristinare 100 milioni di ettari di terra e creare 10 milioni di posti di lavoro

La “Grande Muraglia Verde”  è un’immensa barriera vegetale che aiuterà a combattere il degrado del suolo, la desertificazione. Ecco come funziona il progetto per salvare l’Africa dall’emergenza climatica.

L’iniziativa Great Green Wall è un progetto di riforestazione che mira a trasformare la vita di milioni di persone che vivono in prima linea la crisi climatica. L’obiettivo di questo progetto è ripristinare 100 milioni di ettari di terra,  e creare 10 milioni di posti di lavoro verdi nelle aree rurali. Una volta completata, la “Grande Muraglia Verde” sarà la più grande struttura vivente del pianeta, tre volte più grande della Grande Barriera Corallina.

Il Sahel è una fascia di terra di 5.900 chilometri sotto il deserto del Sahara, che si estende per tutta l’Africa. È una regione semi-arida, nota per le sue precipitazioni variabili. L’area ha alcuni dei livelli di povertà più alti del mondo, regolari siccità e inondazioni che portano alla carenza di cibo e acqua potabile.

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In passato, gli sforzi per affrontare questi problemi, guidati per la maggior parte da ONG internazionali e organizzazioni della società civile, si sono concentrati sulla ricerca di soluzioni finanziarie o tecnologiche alla povertà delle comunità della zona, ignorando la ricchezza delle conoscenze che le popolazioni locali hanno del loro territorio.

L’iniziativa Great Green Wall (GGW) è stata inizialmente concepita nel 2007 come progetto di riforestazione, che mirava a creare uno scudo di alberi per tenere a bada il deserto. Ora ha obiettivi molto più ampi e ambiziosi. Mira a promuovere la gestione sostenibile della terra e dell’acqua nelle zone aride dell’Africa attraverso una serie di interventi tra cui l’agricoltura rispettosa del clima, la pastorizia sostenibile, la conservazione della silvicoltura, la transizione energetica e la governance delle risorse naturali.

Mira a fermare la perdita di suolo in tutta l’Africa e ad aiutare un’ampia varietà di organizzazioni a gestire le risorse naturali nella regione del Sahel. L’iniziativa promuove soluzioni basate sulla natura per incoraggiare la gestione sostenibile del territorio nei suoi Stati membri, tra cui Burkina Faso, Ciad, Gibuti e Niger. Questi proteggono, gestiscono in modo sostenibile e ripristinano gli ecosistemi naturali o modificati, utilizzando l’agroforestazione, una migliore gestione delle terre coltivate, la diversificazione agricola, la gestione integrata delle risorse idriche e la gestione forestale.

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Il progetto però sta affrontando alcuni problemi. C’è stato un aumento dell’instabilità politica nella regione del Sahel, che ha impedito qualsiasi azione in vaste aree. La natura a breve termine del finanziamento del progetto rende difficile la pianificazione a lungo termine.

Un’altra sfida consiste nell’integrare i settori economici chiave in queste regioni. In molti paesi, l’agricoltura è trattata come un settore separato rispetto al rispetto dell’ecologia ed è gestita da un governo governativo separato. Anche molti progetti di sviluppo si basano su specifici settori tematici. Ciò limita l’efficacia di alcune delle attività del programma.

 

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