9 Febbraio 2020 4 min di lettura
Frenare il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico è una missione che richiede lo sforzo di tutti. Ecco quali comportamenti adottare per iniziare a fare davvero la differenza e invertire la rotta
9 Febbraio 2020 4 min di lettura
Si tratta di una delle minacce più gravi del nostro tempo. E ci vede tutti corresponsabili, seppur in proporzioni differenti. Parliamo del riscaldamento globale: un fenomeno che consiste in un innalzamento continuo della temperatura media della Terra e che causa molteplici e devastanti conseguenze sulle condizioni meteorologiche. Il famoso cambiamento climatico.
La scienza ha ormai unanimamente riconosciuto questo fenomeno, arginando i climatosciettici a un sempre più sparuto gruppo di irriducibili. E ha riconosciuto anche l’origine antropica del cambiamento climatico, imputato quindi soprattutto all’azione umana.
Recentemente l’Omm (Organizzazione meteorologica mondiale) ha raccolto e pubblicato i dati e i record più drammatici registrati nel decennio appena conclusosi, che si è rivelato il più caldo di sempre. L’innalzamento è pari 1,1 gradi sulla temperatura media ( rispetto ai livelli pre-industriali) e gli indicatori non promettono bene per gli anni a venire. Il fallimento della Cop 25 di Madrid e il continuo rinvio da parte dei governi nell’intraprendere azioni concrete e decisive, deve metterci quanto mai in allerta. Tenendo ben presente che il cambiamento climatico porta con sé anche rischi sanitari e conseguenze sulla sicurezza alimentare e sulle migrazioni
Di fronte a questo quadro diventa più che evidente come ciascuno di noi debba sentirsi inequivocabilmente chiamato in causa, per poter conseguentemente agire.
Il primo passo da fare per poter davvero contribuire a contenere il riscaldamento globale è prenderne seriamente coscienza. Ad aiutare in questo è fortunatamente intervenuto il recente movimento dei giovani, innescato da tanti coraggiosi e tenaci attivisti, come Greta Thunberg. Il loro impegno ha permesso di sottoporre con grande forza la questione ambientale all’opinione pubblica, spostandola finalmente in cima alle agende internazionali (almeno in via teorica).
Uno sforzo che per ora non è bastato a invertire la rotta, ma che è l’unica arma che l’umanità possiede in questa situazione. Far sentire la propria voce e agire.
Affinché la lotta contro il riscaldamento globale diventi una missione collettiva, alla presa di coscienza personale deve necessariamente seguire l’azione. Adottare comportamenti virtuosi e farsene portavoce, per contagiare quante più persone possibili, è infatti una strategia alla portata di chiunque ed estremamente importante. Ciò significa impegnarsi ad orientare quotidianamente in ottica sostenibile le proprie scelte di cittadini, consumatori e imprenditori. Le azioni dal basso possono infatti generare conseguenze a catena, capaci di influire sulle agende dei potenti, dei politici e sulle scelte della grande industria.
Tanti Davide contro un unico Golia: il riscaldamento globale.
Come sappiamo, il riscaldamento globale è provocato dalla concentrazione di CO2 (generata soprattutto dai combustibili fossili) e di altri gas ad effetto serra (come il metano e il protossidio di azoto). I nostri sforzi devono dunque andare in una direzione che limiti sempre più il consumo di queste sostanze e vada verso uno stile di vita sempre più sostenibile.
Sono tanti gli ambiti in cui possiamo intervenire, sia in maniera diretta che indiretta, premiando aziende e realtà che scelgono di investire sui valori della sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Per agire in modo consapevole è utile sapere anche in che proporzione ciascun settore pesi e influisca sulle emissioni globali.
Si può partire dal proprio consumo energetico, cercando di limitarlo il più possibile (con un vantaggio anche economico) e valutando di privilegiare le fonti di energia rinnovabile (sempre più convenienti) e i fornitori che si impegnano in questo senso. Teniamo infatti presente che il 25 per cento delle emissioni globali di gas serra deriva proprio dalla produzione di elettricità e calore, dalla combustione di carbone, gas naturali o petrolio (dati IPCC).
Possiamo dare il nostro contributo nel contenere il riscaldamento globale anche attraverso scelte alimentari che riducano il consumo di carne e privilegino la stagionalità e il km zero (l’agricoltura, gli allevamenti e la deforestazione causano il 24 per cento delle emissioni)
Un altro aspetto chiave è la mobilità e il settore dei trapsorti (responsabile del 14,2 per cento delle emissioni globali), che oggi offre crescenti opportunità a chi vuole ridurre la propria footprint, grazie ai servizi di sharing e all’elettrico.
A queste scelte se ne possono aggiungere davvero tante altre: dall’impegno nel riciclare, nel riutilizzare, nel rinunciare alla plastica monouso (che tanti danni ha provocato ai nostri oceani), nel viaggiare nel rispetto dei luoghi e delle persone. Fino a trasformare l’approccio sostenibile nella normalità.
L’auspicio è che sempre più persone facciano propria la missione ambientale, abbandonando l’atteggiamento egoistico che ha portato l’umanità a uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturali. Un atteggiamento suicida, che ha minato la nostra stessa sopravvivenza, ma che siamo ancora in tempo a modificare per il bene di queste e delle prossime generazioni.
Alice Zampa
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