Se si fossero seguiti i nuovi parametri dell'Organizzazione Mondiale della Salute queste morti si sarebbero potute evitare
L’Italia è il primo Paese per numero di morti per biossido di azoto, 10 mila nel 2019, il dato più alto in tutto il continente europeo secondo i dati del Rapporto Aea 2021.
Il nostro Paese si è confermato nel 2019 maglia nera per i decessi da No2 (biossido d’azoto). È quanto si afferma nel rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente: almeno 178 mila decessi – il 58% delle morti premature registrate – si sarebbero potuti evitare se tutti i Paesi Ue avessero rispettato gli standard sulla qualità dell’aria fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità.
L’Italia si è confermata tra i Paesi Ue con il maggior numero di morti da inquinamento in termini assoluti: prima per decessi causati dal biossido d’azoto, o NO2, (10.640 vittime nel 2019), seconda alle spalle della Germania nei decessi dovuti sia alle Pm 2,5 (49.900) che all’ozono (3.170).
Nelle classifiche sull’incidenza delle morti premature in rapporto alla popolazione la maglia nera spetta alla Bulgaria sulle morti causate dalle Pm 2,5 e alla Grecia per quelle dovute al biossido d’azoto e all’ozono.
Per il rapporto Aea 2021, in aumento morti da ozono, in calo da Pm2,5. Coldiretti punta il dito sulla scarsa presenza di aree verdi nelle città.
“Investire in un riscaldamento, mobilità, agricoltura e industria più puliti migliora la salute, la produttività e la qualità della vita per tutti gli europei e soprattutto per i più vulnerabili. Questi investimenti salvano vite e aiutano anche ad accelerare i progressi verso la neutralità carbonica e una forte biodiversità” – ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia. – Se si fossero seguiti i parametri dell’Oms molti morti si potevano evitare“.
Inquinamento, miglioramento della qualità dell’aria con lockdown, ma non è sufficiente
Se si fosse raggiunto il nuovo parametro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per il PM2,5, infatti, l’Italia avrebbe avuto 32.200 morti in meno da particolato sottile, vale a dire una diminuzione del 65% dei decessi. Vale lo stesso per l’Europa tutta: nel 2019 il continente ha contatto 307mila persone morte prematuramente per la PM2,5 con i nuovi standard le vite salvate sarebbero state 178mila
Il documento parla anche dei rischi del particolato sottile, la PM2,5, per cui l’Italia è la seconda per decessi in Europa, con quasi 50mila decessi legati a queste emissioni.
“E’ un dato drammatico e lo è ancor di più rispetto alle responsabilità di chi Governa, a partire dall’attuale Ministro alla Transizione Ecologica che sta conducendo una battaglia senza quartiere contro il piano FitFor55 dell’Europa contro il termico, non firmando, tra l’altro la proposta, avanzata a Glasgow di mettere al bando le auto a combustione entro il 2040 a livello globale ed entro il 2035 nei principali mercati. Questo accade mentre tutte le grandi industrie automobilistiche internazionali, da Peugeot a Citroën a Volkswagen, stanno lavorando da oltre 10 anni alla conversione verso l’auto elettrica”. Così, in una nota, i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che argomentano: “A ciò si aggiunga che questo Governo prevede, nel PNRR, la sostituzione dei treni regionali e degli autobus, nel nostro Paese, solo nella misura del 10%, destinando una cifra irrisoria a quella che dovrebbe essere un’infrastruttura strategica per contrastare lo smog e tutelare la salute dei cittadini italiani. L’Italia avrebbe bisogno di un piano nazionale straordinario contro lo smog che parta proprio dal rafforzamento del trasporto pubblico, oggi lontanissimo dagli standard europei. L’Italia dispone di soli 223 chilometri totali di metropolitana, mentre la sola città di Madrid può contare su 290 chilometri di metropolitana”.
Troppe scuole italiane costruite vicino a fonti di inquinamento
Agisci per l’ambiente di oggi e di domani, con la tessera anter.
Iscriviti
Continua con