La battaglia contro la plastica monouso. Addio pellicola trasparente

Scegli le alternative che fanno bene all'ambiente e alla salute

Pellicola trasparente e contenitori in plastica ottimi per conservare i nostri alimenti: ma quanto inquinano? E la carta stagnola? “A contatto con il cibo è tossica”, l’allarme lanciato del Ministero della Salute. Ecco le vere alternative ecologiche grazie alle quali possiamo fare la differenza riducendo l’impatto ambientale e tutelando la nostra salute.  

Le pellicole trasparenti per alimenti sono utili per conservare i cibi, economiche e presenti nella stragrande maggioranza delle cucine. La pellicola più diffusa è fatta in PVC (polivinilcloruro), una materia plastica a cui vengono aggiunte sostanze plastificanti per renderla più flessibile e aderente. Nonostante la sua versatilità, la pellicola alimentare ha un costo, non tanto per le nostre tasche quanto per l’ambiente: aggrava la crisi dell’inquinamento da plastica nei nostri mari. È difficile da riciclare e, se dispersa nell’ambiente, dove rimane per centinaia di anni, può ridursi in piccolissime parti ancora più pericolose per la natura, anche per i composti chimici con cui viene realizzata.

La plastica monouso, il nemico del nostro tempo

Alluminio, un’alternativa più ecologica e sicura alla pellicola trasparente?

Non incartate i panini nell’alluminio”. Questo l’allarme lanciato lo scorso anno dal Ministero della Salute.

La carta stagnola a contatto con gli alimenti è tossica, può migrare negli alimenti e “portare a un superamento della dose massima stabilita” con “potenziale rischio per la salute per fasce vulnerabili della popolazione”, in particolare bimbi e donne in gravidanza. A ribadirlo è un documento del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa), pubblicato sul portale del Ministero della Salute. Il comitato ha rivalutato la problematica già esaminata nel parere “Esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare” risalente al 2017, alla luce dei risultati di nuovi studi svolti dall’Istituto Superiore di Sanità.

“Il rilascio di alluminio da utensili o imballaggi è condizionato dalle loro modalità d’uso e da altri fattori quali tempo, temperatura, stato fisico e composizione dell’alimento”, spiegano i docenti Carlo Signorelli (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) e Tijana Lalic (Servizio Igiene e Alimenti Asl Parma).  Il rischio aumenta quando il materiale entra in contatto con alimenti acidi o salati per tempi e temperature elevati. In caso di continua e ripetuta assunzione, l’alluminio può accumularsi in diversi organi e tessuti come fegato, reni, ossa e tessuto adiposo, e interferire così con diversi processi biologici con conseguenti effetti tossici e infiammatori.

I rischi maggiori vengono però dalla modalità di conservazione dei cibi, con la possibile contaminazione da parte di microrganismi come virus o batteri.

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Alternative ecologiche alla pellicola monouso e alla carta stagnola

A differenza dei prodotti usa e getta come le pellicole, più un prodotto dura a lungo più il suo impatto ambientale diminuisce. Una valida alternativa alla pellicola trasparente per conservare frutta, verdura e altri cibi, è quella realizzata con la cera d’api.

Il vantaggio, rispetto alla comune pellicola trasparente è, come prima cosa, quello di non usare la plastica e di essere riutilizzabile. Si tratta di un panno di cotone lavorato con cera d’api che diventa modellabile, permette così di coprire interamente sia gli alimenti che i loro eventuali contenitori, e resiste a unto e perdite. Basta il calore delle mani per attivare il tessuto e ammorbidire la cera e modellarla in base al cibo che dobbiamo proteggere. Se si macchia si lava con dell’acqua fredda, se prende l’odore del cibo con cui è stato a contatto si può lavare con del sapone di marsiglia. Può durare almeno un anno o per 100 usi.

I materiali naturali con cui viene realizzata sono un agente antibatterico naturale grazie al quale il cibo rimane fresco più a lungo. Ne è un esempio Apepak, la pellicola realizzata da una cooperativa in un laboratorio a San Vito di Altovole (provincia di Treviso).

Apepak e la pellicola in cera d’api

Realizzazione pellicola in cera d’api Apepak

Altre alternative alla pellicola trasparente che consentono di conservare i cibi in modo sicuro e rispettoso per l’ambiente sono i coperchi in silicone: possono essere lavati e riutilizzati un’infinità di volte. Robusti ma elastici abbastanza da adattarsi a tazze, barattoli, bicchieri, alcuni resistono anche al calore e possono essere usati nel forno a microonde.

Coperchi in silicone Snoopick

Sono presenti in commercio, oltre a pellicole per alimenti biodegradabili e compostabili, una pellicola in bioplastica da smaltire come rifiuto organico nel bidone dell’umido, come quella di Novamont, senza plastificanti o additivi che potrebbero essere trasmessi nei cibi, risultando così anche più sicura per la salute.

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I ricercatori continuano a progettare e testare nuove alternative per ridurre l’usa e getta e introdurre materiali differenti e innovativi. Dall’Università dei Paesi Baschi hanno creato una nuova pellicola fatta di chitosano, un polimero di zucchero derivato dall’esoscheletro dei gamberetti. Tale rivestimento ritarda il deterioramento microbico del cibo ma non solo: lo speciale polimero, essendo completamente biodegradabile, potrebbe rivelarsi in grado di sostituire gli imballaggi più inquinanti creati dai derivati del petrolio.

Il chitosano è fatto di gusci di gamberi, gamberoni ed altri crostacei: in termini di impatto ambientale è molto meglio rispetto alle normali pellicole in plastica. Tuttavia non significa che non inquini: la produzione di chitosano deve essere ancora ottimizzata. Una volta migliorato il processo, l’impatto ambientale si ridurrà ulteriormente”, ha spiegato Itsaso Leceta, che ha condotto lo studio.

Il Centro Enea di Brindisi, insieme all’Università del Salento, ha realizzato le pellicole smart a partire dagli zuccheri contenuti nel mais e nelle barbabietole, come nel tradizionale processo di sintesi della plastica biodegradabile. Ai polimeri sono state aggiunte sostanze naturali, come l’olio di cardanolo e la porfirina, per conferire al prodotto film  proprietà antiossidanti e antifungine, l’ossido di zinco per un’azione antibatterica Queste pellicole sono in grado di cambiare colore in caso di deterioramento del cibo che contengono, diventando dei veri e propri indicatori dello stato di conservazione.

Pellicola realizzata dal Centro Enea

Le alternative più ecologiche per la conservazione dei nostri alimenti sono anche le più sicure per la nostra salute. Pensiamo all’ambiente e cominciamo a rivedere le nostre abitudini: possiamo cambiare le sorti del nostro pianeta.

Immagine copertina:  pellicola cera d’api credit @apepak.

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