Sicilia, il futuro dell’isola passa dalle rinnovabili

Le linee programmatiche del nuovo Piano energetico-ambientale della Regione Sicilia: gli obiettivi per il 2030

Al sesto posto in Italia per il fotovoltaico, al secondo per l’eolico. La Sicilia gioca la carta dell’autonomia energetica e cala l’asso vincente di un nuovo Piano energetico regionale di cui si sta discutendo nelle varie sedi istituzionali: un percorso che la Regione Sicilia sta portando avanti con il Gse  in modo da rendere compatibile il piano con le linee d’indirizzo definite a livello europeo e recepite sul piano nazionale attraverso la Strategia energetica nazionale.

Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano

 

L’obiettivo, ambizioso, è quello di portare la Sicilia all’autonomia energetica entro il 2030 sviluppando otto assi d’intervento: una ricognizione dei siti ad alto potenziale di fonti rinnovabili per snellirne gli iter autorizzativi; una semplificazione delle procedure burocratiche e amministrative per promuovere la ristrutturazione degli impianti esistenti; l’impulso ai progetti di autoconsumo; l’attivazione di misure specifiche per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici attraverso specifici bandi; lo stesso percorso (si parla di efficientamento energetico) declinato per le piccole e medie imprese; la diffusione di sistemi di accumulo; incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; aumentare le condizioni di sicurezza degli approvvigionamenti. Per quanto riguarda il fotovoltaico, la Sicilia conta di triplicarne la produzione tenendo conto che la potenza installata al 31 dicembre 2017 era di 1,377 Megawatt.

Spostandosi sull’eolico, la Sicilia è la seconda regione in Italia dopo la Puglia per potenza installata: l’energia che si sprigiona dal vento alimenta 370 grandi impianti con 1500 grandi torri mentre il minieolico raggiungeva al 31 dicembre 2017 una potenza installata pari a 1807 Megawatt.

Una miniera di sale dismessa a Mussomeli (Caltanissetta) – ph. Luigi Strano per Flickr

 

Una strada da percorrere potrebbe essere l’utilizzo di cave e miniere dismesse: a tal proposito, il decreto sugli incentivi al settore delle energie da fonti rinnovabili, trasmesso alla Conferenza delle Regioni alla metà del novembre scorso, dà indicazioni precise sulla riqualificazione dei vecchi siti minerari favorendo l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici. Per questo motivo la Regione ha pubblicato sul suo sito l’elenco delle cave dismesse e le relative planimetrie, per un totale di 213 siti. Opportunità in vista dunque per i proprietari che vogliono investire sul ripristino dei luoghi anche attraverso interventi per la conversione degli ex siti minerari.

 

 

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