Clima oltre 1,5 gradi tra 12 anni: perché bisogna intervenire subito

Pubblicato il rapporto della conferenza Onu sul cambiamento climatico. L'appello degli scienziati per ridurre le emissioni del 45% entro il 2030

ghiacciai che si sciolgono

0,5 gradi: la posta in gioco è tutta racchiusa qui, in due numeri e una virgola. Soglia apparentemente minima. E invece sono i gradi che possono salvare il Pianeta, proteggerlo dai danni del riscaldamento globale. Suona un campanello d’allarme per gli scienziati dell’Ipcc, la commissione che sotto l’orbita dell’Onu misura gli effetti dei cambiamenti climatici della Terra. L’ultimo rapporto pubblicato agli inizi di ottobre dal Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, intitolato Global Warming of 1,5° C e presentato nella città coreana di Incheon, fotografa un preoccupante aumento della temperatura globale di 1 grado, un rialzo che comporta già oggi effetti pesantissimi sugli ecosistemi, sulle popolazioni, sulle economie locali. Tutto questo in vista dell’appuntamento di Cop24, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico nella città polacca di Katowice, dal 3 al 14 dicembre.

 

Cosa significano 0,5 gradi in più

Secondo il rapporto diffuso dal team di scienziati dell’Onu, dall’età preindustriale in poi le emissioni legate alle attività umane hanno causato un grado di riscaldamento globale e, con il trend attuale, la previsione è che fra il 2030 e il 2052 si arrivi a 1,5 gradi. In sostanza, fra appena 12 anni, il calore del pianeta potrebbe superare la soglia limite, ovvero il traguardo più ambizioso della conferenza di Parigi del 2015, quando i governi concordarono di mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali come obiettivo a lungo termine. Tradotto: bisogna correre ai ripari perché il pericolo non è più lontano. “Lungo termine”, in pratica, significa fra soli 12 anni. Apparentemente la differenza fra 1,5 e 2 gradi è minima: in fondo, si tratta di pochi decimali. Ma ogni pezzettino di inquinamento, e quindi di calore, in più causa danni irreversibili per il nostro pianeta in fiamme. Vediamo quali.

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La grave situazione di siccità che ha colpito in passato il lago di Hume (Australia)

Oltre 1,5 gradi: i rischi per il pianeta

Bastano pochi esempi concreti per rendersi conto di quanto sia cruciale una differenza di temperatura di 0,5 gradi. Gli scienziati calcolano che, nel caso di un riscaldamento globale di 1,5 anziché 2 gradi, l’innalzamento del livello del mare non supererebbe i 10 centimetri mettendo al riparo da disastri ambientali 10 milioni di persone. A 2 gradi invece la barriera corallina verrebbe praticamente distrutta con conseguenze irreversibili per l’ecosistema costiero e marino mentre alle alte latitudini, infine, le notti fredde arriverebbero a temperature di 6 anziché 4,5 gradi.

 

Quattro mosse per contrastare il riscaldamento globale

Per contenere il riscaldamento globale entro un aumento di 1,5 gradi e rimanere entro questa soglia servono importanti cambiamenti per ridurre la quantità di gas serra – la vera causa del cambiamento climatico – nell’atmosfera. Quattro gli scenari tracciati dagli scienziati dell’Ipcc, descritti fra le pagine del “Sommario per decisori politici” allegato al report presentato in Corea. Quattro scenari che presentano diversi gradi di sostenibilità.

forestazione

1.Taglio delle  emissioni

Quelle del biossido di carbonio dovrebbero essere ridotte del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli di otto anni fa. Una spinta decisiva, in questo senso, arriva dall’impiego delle energie rinnovabili che dovrebbero salire a quota 85% per coprire la produzione elettrica entro il 2050 (ora la quota di rinnovabile sui consumi globali è arrivata al 10,4%). E poi efficientamento energetico, incremento della mobilità elettrica, riciclo dei rifiuti, riforestazione.

2. Rimozione della Co2

Si tratta di dare impulso soprattutto ai processi di riforestazione. Il consumo globale di carbone dovrebbe essere ridotto di almeno due terzi entro il 2030 e raggiungere quasi quota zero entro il 2050 nella produzione elettrica. Questo percorso punta sulla maggior sostenibilità di tutti i settori produttivi: in particolare, prevede la riforestazione e l’uso, seppur limitato, dello stoccaggio di carbonio.

3. “Carbon Storage”

La cattura e stoccaggio del carbonio è un processo di confinamento geologico dell’anidride carbonica prodotta da grandi impianti di combustione; una tecnologia pensata per far fronte alla crescente concentrazione in atmosfera di Co2 di origine antropica, gas a effetto serra responsabile del riscaldamento globale. Questo scenario prevede una maggiore sostenibilità nel modo di produrre l’energia e i beni con un risparmio energetico ma si affida totalmente al carbon storage come Cdr (Carbon Dioxide Removal), la cui la capacità effettiva di confinamento non è ancora stata comprovata su larga scala.

4. Sviluppo delle fonti fossili

La quarta via rappresenta la ricetta meno fattibile, più costosa e meno sostenibile in un’ottica di tutela dell’ambiente attraverso le fonti di energia rinnovabile. Lo sviluppo basato sui combustibili fossili, in particolare, prevede che le emissioni vengano riassorbite dallo stoccaggio di carbonio.

riscaldamento-globale

L’attenzione del Governo e dell’Ue

Il report arriverà sui tavoli della prossima Conferenza del clima dell’Onu e sarà un punto di riferimento per le politiche nazionali dei singoli governi rispetto alle azioni da intraprendere a tutela del Pianeta. Intanto sulla relazione Ipcc è intervenuto il ministro dell’ambiente Sergio Costa su Twitter. “Il report conferma quanto ho iniziato a chiedere appena insediato e porteremo alla Cop24: l’accordo di Parigi non è sufficiente per evitare effetti disastrosi al Pianeta. Dobbiamo accelerare la decarbonizzazione con interventi in tutti i settori. L’Italia c’è”. Qualche speranza arriva da Bruxelles. “Il rapporto mostra che è possibile mantenere l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi – dichiarano i commissari Ue al clima Miguel Arias Canete e alla ricerca Carlos Moedas – a condizione che agiamo ora e utilizziamo tutti gli strumenti a disposizione”. Discussione rinviata a Katovice, a dicembre, per la conferenza mondiale sul clima.

 

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