23 Febbraio 2020 5 min di lettura
Il modo migliore per ridurre i propri consumi energetici, tagliando la spesa per il riscaldamento di casa, è quello di limitare la dispersione termica. Ecco qualche consiglio utile a riguardo.
Si è detto più volte come i primi passi verso la riduzione dei propri consumi energetici, e quindi verso un risparmio economico, implichino un intervento sulle proprie abitudini quotidiane e un’attenta valutazione delle offerte del mercato libero e dei vantaggi offerti dalle fonti rinnovabili. Ma c’è un ulteriore (e più incisivo) aspetto da considerare con attenzione in questo discorso, in particolare relativamente al riscaldamento domestico: il problema della dispersione termica. Vediamo meglio di cosa si tratta e come intervenire, per risparmiare energia.
Ad appesantire quella che è generalmente la voce più onerosa delle bollette famigliari – il riscaldamento – spesso sono gli sprechi causati dalla dispersione termica.
Per risparmiare in casa sul riscaldamento quindi è fondamentale limitare le fughe di calore. Spesso, infatti, non sono tanto le abitudini sbagliate a fare lievitare la bolletta, quanto le condizioni strutturali della nostra abitazione. Pareti “fredde”, spifferi e infissi obsoleti potrebbero rivelarsi i principali colpevoli in questo senso, lasciando scappare all’esterno molto del calore prodotto dalle nostre caldaie. Laddove possibile, dunque, sarebbe utile cambiare gli infissi o mettere cappotti termoisolanti.
Se a frenare è l’idea di un investimento economico troppo oneroso, è bene tener presente che la spesa si tradurrà in un risparmio a lungo termine e in un aumento di comfort. Disperdere meno, significa, infatti, risparmiare energia, produrre meno CO2 e tagliare i costi in bolletta.
Gli edifici rappresentano un terzo dei consumi energetici nazionali. Per questo motivo lo Stato prevede detrazioni importanti per interventi di riqualificazione energetica, che arrivano anche al 90% della spesa, grazie al bonus facciata presente nella Legge di bilancio 2020.
La mossa da fare è quindi verificare i meccanismi economici e finanziari previsti dalla legge, che spesso coprono parte dell’investimento, anche tramite l’intervento di società esterne.
Prima ancora di cambiare gli infissi o fare interventi più impegnativi, è bene sapere che esistono anche strategie davvero semplici da adottare per ridurre la dispersione termica:
Ci sono poi soluzioni molto più interessanti che richiedono l’intervento di un professionista e di un’impresa specializzati, ma che riducono notevolmente le dispersioni aumentando il comfort dell’ambiente. Ad elencarceli (in modo semplice e sintetico) è l’ingegner Stefano Benedetti, esperto dell’Anit (Associazione Nazionale Isolamento Termico e Acustico):
In tutti i casi per ottenere un buon isolamento si deve isolare con parecchi centimetri; esistono dei limiti di legge in funzione della zona climatica dove si effettua l’intervento. Mediamente dove fa caldo servono pochi cm, fino ad arrivare a 15-20 cm nelle zone più fredde. È opportuno che i calcoli, il progetto e le relazioni di legge vengano realizzate da un professionista.
I materiali da utilizzare sono svariati, da quelli cellulari in polistirolo o poliuretano, fino alle fibre di poliestere e alle lane minerali, passando per materiali a base lignea come la fibra di legno ecc. Non esiste il materiale migliore in assoluto, ma solo quello più adatto alle proprie esigenze.
I risparmi ottenibili sono notevoli. Riqualificare termicamente l’esistente comporta una riduzione delle dispersioni che può arrivare anche fino al 90%, con evidenti vantaggi per il comfort interno, per il portafoglio e per l’ambiente.
Alice Zampa
Agisci per l’ambiente di oggi e di domani, con la tessera anter.
Iscriviti
Continua con